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"Bologna balla per le feste" è l'ampio programma di iniziative promosso dal Comune di Bologna con Bologna Welcome e Cineteca di Bologna che si svolge in città dal 27 dicembre al 5 gennaio 2020.
Torna Dancin'Bo, il programma dedicato al ballo firmato da Vittoria Cappelli e Monica Ratti che, dopo il successo del 2018, si sviluppa e mette in campo 500 ballerini in 15 diversi luoghi della città, attraversando portici e piazze, in un’invasione gioiosa che arriva anche nei luoghi storici della cultura, come il Palazzo dell'Archiginnasio, Biblioteca Salaborsa, il Teatro Comunale, il Museo Medievale e l’Università, nella sede del DAMSLab, Dipartimento delle Arti. Una grande festa animata da più di 50 realtà tra associazioni, scuole di danza e compagnie professionali per celebrare la bellezza e l’energia del ballo in tutte le sue forme. Dall'hip hop al tango, dalla classica alla filuzzi, dalle danze etniche al musical, dalla contemporanea al lindy hop, dal rock acrobatico alla taranta, la festa si snoda in un inusuale itinerario a passi di danza che comprende 50 appuntamenti in strade, piazze e locali, dal centro alla periferia. Tra gli ospiti più attesi di questa seconda edizione ricordiamo l'étoile Luciana Savignano, che si esibirà nel Foyer del Teatro Comunale nella celeberrima Morte del Cigno, Iskra Menarini, Maristella Martella, i beniamini del pubblico televisivo Kledi Kadiu e Simone Di Pasquale (che il 27 dicembre inaugureranno la rassegna con una parata che si snoderà tra via Farini, via Rizzoli e Piazza Maggiore), i giovanissimi Fratelli Gargarelli (Tú sí que vales) e Davide Alphandery (vincitore dell’edizione 2019 di Prodigi - La musica è vita).
La danza è anche il cuore di Lightin'Bo, il nuovo progetto di video mapping di Bologna Welcome, con la direzione artistica di Fondazione Cineteca di Bologna e realizzato con il contributo della Camera di Commercio di Bologna che illumina, grazie alla collaborazione con la Soprintendenza, alcuni dei più bei palazzi storici della città con le immagini delle sequenze di danza più famose della storia del Cinema del Novecento.
Nel mese di dicembre inoltre, Cineteca di Bologna presenta la rassegna di film a tema That’s Musical! dedicata al musical di ogni epoca e latitudine.
Il film è programmato anche al DAMSLab.
Woody Allen torna nella sua Manhattan con una commedia romantica che racconta la storia di due fidanzatini del college, Gatsby (Timothée Chalamet) e Ashleigh (Elle Fanning), i cui piani per un week-end romantico a New York vanno in fumo, finendo risucchiati dalla pancia della grande metropoli, in una ronde di incontri, equivoci, seduzioni. "Allen si rispecchia ancora una volta in personaggi giovani, che potrebbero essere i suoi nipoti, ma lo sguardo è pieno di saggia malinconia: come se quei ragazzi visitassero il mondo crepuscolare di un vecchio regista, e ne prendessero lo sguardo e il disincanto" (Emiliano Morreale).
Lingua originale con sottotitoli
Cinque luoghi, cinque proiezioni e cinque stili di danza per vedere la città sotto un’altra luce: Lightin’Bo è l’evento che illumina la città con installazioni di videomapping dedicate alle scene di ballo nel cinema del Novecento.
I palazzi scelti verranno valorizzati dalle proiezioni non solo con le sequenze dei film, ma anche attraverso spettacoli di luci che apriranno le proiezioni e che evidenzieranno le linee e gli elementi architettonici di queste splendide facciate. Il progetto creerà nel complesso un itinerario inedito attraverso il centro, fuori dai circuiti più battuti.
Ecco le location e i rispettivi film:
1. Chiesa di Santa Maria della Pioggia - Piazzetta della Pioggia: I fanciulli del West (Way Out West, USA/1937) di James W. Horne
2. Complesso di Sant’Ignazio (Pinacoteca di Bologna) - Piazza Vittorio Puntoni: La Dolce Vita (Italia-Francia/1960) di Federico Fellini
3. Palazzo Isolani - Piazza Santo Stefano: Il Gattopardo (Italia-Francia/1963) di Luchino Visconti
4. Palazzo Malvezzi De’ Medici - Piazza Rossini: Cappello a cilindro (Top Hat, USA/1935) di Mark Sandrich e Ginger e Fred (Italia-Francia-Germania/1985) di Federico Fellini
5. Palazzo della Mercanzia - Piazza della Mercanzia: Pane, Amore e... (Italia/1955) di Dino Risi
Il 27 dicembre 2019, in occasione di Lightin’Bo, è inoltre in programma un’apertura straordinaria di Palazzo Malvezzi De’ Medici, con visite guidate gratuite organizzate in gruppi a numero chiuso.
Orari, informazioni e modalità di prenotazione verranno comunicate a breve su www.bolognawelcome.it
Dal 27 dicembre all'1 gennaio 2020, ore 18 – 20
Solo per la notte del 31 dicembre gli spettacoli proseguono fino all’1.00. Proiezioni ogni 15 minuti.
Tutti gli appuntamenti sono gratuiti
Assieme a Bologna, entriamo a passo di danza nella storia del cinema per una trascinante rassegna dedicata al musical di ogni epoca e latitudine. Piroettiamo da intramontabili classici hollywoodiani come Cantando sotto la pioggia e Spettacolo di varietà a cult irriverenti come The Rocky Horror Picture Show e Grasso è bello. Ma ci sono anche il musical europeo cantato ma non ballato di Jacques Demy, il ritmo incalzante del cinema bollywoodiano e persino il cinema muto!
In attesa di Dancin’Bo, il cartellone di eventi (27 dicembre-5 gennaio) con cui Bologna saluta il 2019 e festeggia l’arrivo del nuovo anno a passo di danza.
Nello spazio Open Box del Museo Magi’900 l’artista Paola Paganelli affronta il tema della follia denunciando la condizione di sofferenza e solitudine dei tanti adulti e bambini che erano costretti a vita nelle strutture di detenzione psichiatrica
Non l’esaltazione romantica dell’alienato, e neanche il crudo documentario, ma un racconto evocato, delicato e fragile che, non senza asprezze, si confronta con la verità, si inoltra nel dolore, nelle parole e nei gesti di chi si è sentito esiliato dal mondo, rinchiuso nel pregiudizio prima ancora che nella camicia di forza.
L’interpretazione dell’artista si esprime attraverso una serie di opere nelle quali materiali di recupero legati alla memoria e creazioni polimateriche in tessuto cucito e ricamato, ferro e legno si integrano con le parole originali, con le immagini e le riscritture di testimonianze reali; mentre fantocci strani, come bambole di pezza mal cucite, evocano disagio e compassione per corpi e anime tormentati e chiusi in una solitudine assordante .
L’idea è ridare visibilità alla sofferenza dei detenuti in strutture psichiatriche è nata dalla riflessione su indagini e testimonianze letterarie, e dal riaffiorare di alcune memorie personali, come l’artista stessa ci ricorda:
“Le opere di questa mostra tentano di dare una rappresentazione, seppur immaginaria, di quel contesto di cui ancora troppo poco si sa e le cui atrocità tentiamo spesso di rimuovere. Una verità dura e difficile da accettare ma che dovrebbe essere conosciuta, comunicata, compresa. Lontano da me, ogni tentativo di dare giudizi sul passato, pur conoscendone gli aspetti a dir poco disumani, e tanto meno sul presente dei malati di mente di cui so pochissimo, ma di cui immagino le tante problematicità. Il mio vuole essere soprattutto un lavoro sul ricordo di un momento buio della nostra storia abbastanza recente. Un lavoro sulla memoria di tantissime persone anonime, di vite svanite nel nulla, scarti della società, ai quali ho tentato di dare un minimo di dignità. Di questi sfortunati ho immaginato gli incubi, le paure, le speranze, i dolori, ma anche gli oggetti personali come gli abiti, le fotografie, le lettere, i documenti che conservavano in quei luoghi così ostili , lontani dalle loro case e dagli affetti più cari.” Paola Paganelli
L’intento è spingere il pubblico a una reazione emozionale, attraverso la quale riflettere sulla terribile condizione vissuta dai malati di mente.
La mostra è a cura di Valeria Tassinari. Sarà visitabile gratuitamente fino al 3 novembre 2019.
Orari d’apertura:
da martedì a domenica 10.00 - 18.00 (la biglietteria chiude alle ore 17.00).
Nella Sala Museale Elisabetta Possati, Complesso del Baraccano, inaugura venerdì 15 novembre alle 17.30 la mostra fotografica di Federico Compatangelo “Bologna, sguardi tra luce e ombra”, che fa parte delle iniziative collegate alla candidatura dei portici.
38 fotografie stampate su piuma di dimensione 60 x90, che raccontano com'è Bologna, con le sue luci ed ombre che evidenziano particolari e suscitano emozioni e ricordi di altri tempi. In esposizione immagini di Bologna che Compatangelo, romano di nascita, ma riminese d'adozione, ha colto nel corso di circa dieci anni quando amava venire nel tempo libero, accompagnato dalla sua reflex, nella nostra città, nella quale gli sarebbe piaciuto vivere, considerandola una delle pochissime ancora rimaste “a misura d’uomo”.
Accompagnano l'esposizione un libro-catalogo e iniziative collaterali (leggi dettagli)
Inaugurazione venerdì 15 novembre alle 17.30
Orari di apertura:
dal martedì al venerdì 9.30-12 e 15.30-18
sabato e domenica 10-12 e 15.30-19
lunedì chiuso
Ingresso libero
La storia di Alfred Dreyus (Louis Garrel) e della sua ingiusta condanna vista non dalla parte di chi ha subito l'ingiustizia ma di chi la scopre. E si accorge che non si tratta di un semplice 'errore giudiziario' ma di un complotto che coinvolge i massimi organi dello stato. Affidandosi al romanzo di Robert Harris, Polanski lascia il tema dell'antisemitismo sullo sfondo e si concentra sulla posizione di chi, come il colonnello Picard (Jean Dujardin, premio Oscar per The Artist), deve scegliere tra l'obbedienza all'esercito e la verità. "Polanski orgogliosamente fa un cinema d'altri tempi, magistrale, con un ritmo tesissimo e momenti quasi rétro (ci sono perfino l'Isola del Diavolo in bianco e nero, e i titoli dei giornali in sovrimpressione sulle scene clou). Il film è anche un apologo sulla forza e i rischi della scrittura: le lettere, le firme, le grafie, i giornali sono i luoghi in cui si gioca la partita. La novità è che il Male, da sempre ossessione del regista, qui è semplicemente idiozia: gli arcani del potere sono una farsa, l'ingiustizia è feroce ma anche ridicola. Come se l'affare Dreyfus, più che Zola, avesse deciso di raccontarlo Flaubert". (Emiliano Morreale)
"Il film parla dell'Affare Dreyfus, un soggetto che è rimasto nella mia testa per molti anni. In questo vasto scandalo, probabilmente il più grande della fine del 19° secolo, si intersecano errori giudiziari e antisemitismo. Per dodici anni, l'Affare Dreyfus divise la Francia, portando scompiglio anche nel resto del mondo. Ad oggi è uno dei simboli dell'ingiustizia politica e di cosa si possa arrivare a fare in nome dell'interesse nazionale"(Roman Polanski)
Lingua originale con sottotitoli
BALLIAMO SUL MONDO
IL MUSICAL
direzione creativa Luciano Ligabue
regia Chiara Noschese
testo originale Luciano Ligabue e Chiara Noschese
L'alba del secondo millennio raccontata da un gruppo di giovani di provincia. Capodanno 1990, una comitiva di amici si riunisce come ogni giorno al Bar Mario per festeggiare l'arrivo del primo anno da maggiorenni. Le vite dei tredici protagonisti s'intrecciano, scandite dai più grandi successi di Luciano Ligabue, da “Certe Notti” a “Tu sei lei” e ancora da “Urlando contro il cielo” a tante altre hit amate dal grande pubblico e qui eseguite dal vivo. «Balliamo sul mondo è uno spettacolo musicale tutto italiano, una storia inedita ed originale, un gruppo di grandi voci , una storia che fa battere il cuore.» dichiara Chiara Noschese.
Orario repliche:
sabato ore 21.00
domenica ore 16.30
Informazioni
Telefono: +39 051 372540
info@teatroeuropa.it
Domenica 24 novembre, 8 e 15 dicembre, 26 gennaio, 23 febbraio, 22 marzo e giovedì 26 dicembre la Fondazione Golinelli organizza visite interattive per bambin* e ragazz* alla mostra U.MANO - Arte e Scienza: antica misura, nuova civiltà.
Scopri il programma
La nuova mostra di Fondazione Golinelli, curata da Andrea Zanotti con Silvia Evangelisti, Carlo Fiorini e Stefano Zuffi, è dedicata alla mano e sviluppata su più piani di lettura: dall’esplorazione dell’interiorità dell’uomo all’aprirsi alla comprensione dell'universo che gli sta intorno, in stretto e inevitabile collegamento con il cervello. La mano è l'elemento di raccordo tra la dimensione del fare e quella del pensare ed è rappresentativa della prospettiva di azione di Fondazione Golinelli nel recuperare il segno di un legame oggi perduto: quello tra arte e scienza, che proprio nella cultura italiana ha raggiunto il suo culmine.In mostra i maestri del passato dialogano con il presente attraverso installazioni, esperienze di realtà aumentata, rimaterializzazioni, innovazioni robotiche applicate e postazioni interattive. Da Caravaggio a Guercino, da Carracci a Pistoletto, i visitatori compiono un viaggio unico e irripetibile tra passato, presente e futuro. La riflessione sul tema della mano consente così di indagare il ruolo dell’uomo in un presente dominato dalla tecnologia.
Dalle h 10.30 alle 13 e dalle h 15 alle 17.30 visite guidate a domanda aperta alle collezioni del museo con Giuseppe Ayroldi Sagarriga, Museo della Musica.
Mozart sbagliava i compiti? La tastiera perfetta è insuonabile? Wagner era bolognese? Nell’orchestra di Respighi c’era un giradischi?
Non lo sapete? Allora non potete perdere le speciali visite guidate domenicali “a rilascio prolungato” in cui lo staff del museo sarà a vostra disposizione per rispondere a queste domande e a tutte quelle che vi saltano in mente sulle collezioni esposte: un percorso guidato (ma non troppo) attraverso sei secoli di storia della musica parlando di libri, dipinti, strumenti a partire da Palazzo Sanguinetti, splendida sede del museo.
Ingresso biglietto museo (€ 5,00 intero / € 3,00 ridotto)
IL CANTO DI NATALE
la notte che cambiò il Signor Scrooge
Liberamente ispirato al racconto di Charles Dickens, lo spettacolo racconta la storia di Scrooge, uomo d’affari che pensa solo al successo, al denaro e al lavoro. La svolta della sua esistenza avviene proprio alla vigilia di Natale, quando rientrando a casa più arrabbiato del solito si trova di fronte tre spiriti, che rappresentano il passato, il presente e il futuro. Quest’incontro cambierà il suo modo di provare sentimenti e di relazionarsi con gli altri.
L’originalissima messa in scena vede recitare insieme pupazzi e attori, secondo una tecnica sperimentata nei musical di Londra e Broadway e rielaborata appositamente da Fantateatro.
Dai 5 anni
Due repliche ore 16:00 e 17:30
Scarica il libretto “Teatro Ragazzi 2019/2020 – Edizione Bologna”
“C’era una barca che andava per mare, ma che sulla Luna voleva arrivare …
Andava sempre in tondo, perché andava per il mondo.”
Un viaggio, in cui la barca vive il suo andare e il suo desiderio forse irrealizzabile.
Balla con un pesce, parla con le stelle, gioca con un pellicano, ascolta una balena …
Chiede aiuto e indicazioni. Vuole sapere come si fa.
Come si fa a lasciare l’acqua del mare e per il cielo navigare…
Per arrivare alla Luna e lasciarsi cullare.
Ma la Luna è lontana e una barca non sa volare.
Però prova, riprova e poi prova ancora.
Con tenacia, senza tristezza.
Allegramente cerca di andare al di là del possibile.
E si sa…
La Luna ama chi sogna.
Così una notte quell’incontro impossibile si realizza.
Saranno le Stelle e
Sarà la Luna, che è magica, a lasciare per un attimo il cielo e con l’aiuto delle Stelle scendere fino al mare per cullare la piccola barca.
Una notte la luna dal cielo arrivò,
prese la barca e piano, piano la cullò …
La barca e la luna è una storia sul desiderio. Il desiderio che realizzato o meno, diviene elemento che accompagna l’andare, l’incontrare e il conoscere.
Una barca “bambina” o “bambino” che guarda lontano, che alza la testa e inizia il suo navigare riempiendolo di momenti, ognuno importante di per sé.
Una Luna “adulta”, punto possibile di riferimento, capace di lasciare il suo cielo per “cullare”. Dove il cullare è metafore del dare attenzione, rispetto e cura.
La barca e la luna è uno spettacolo per canto, movimento, immagini e oggetti.
compagnia: La Baracca - Testoni Ragazzi
regia: Valeria Frabetti e Bruno Cappagli
autore: Bruno Cappagli e Roberto Frabetti
cast: Carlotta Zini
musica: musiche originali di Riccardo Tesi
costumi: Tanja Eick
Scenografie: oggetti e scene di Barbara Burgio
altre info: si ringraziano per la collaborazione Luca Pomi e Silvia Traversi
Spettacolo per bambini da 1 a 4 anni
Durata: 35’
Informazioni e biglietteria:
+39 051 4153800
biglietteria@testoniragazzi.it
Visita guidata al percorso realizzato in occasione dei 110 anni di storia del Bologna Football Club, a cura di Paolo Cova.
Il racconto dello sport nella Bologna del Rinascimento e del Barocco, in una narrazione cavalleresca attraverso giostre e tornei, elmi, lance e armature.
Ingresso: biglietto museo (€ 6,00 intero / € 3,00 ridotto)
Da lunedì 9 dicembre il film sarà programmato in Sala Cervi.
In attesa di vedere lo young pope Jude Law e il new pope John Malkovich nella seconda stagione della serie di Sorrentino, altri due grandi interpreti, Anthony Hopkins e Jonathan Pryce, sono chiamati a impersonare papa Benedetto XVI e il cardinale Bergoglio, futuro papa Francesco, nel film del brasiliano Meirelles. "Vivace buddy movie ambientato in Vaticano" (Time), racconta una serie d'incontri antecedenti l'evento che ha scosso alle fondamenta la Chiesa: le prime dimissioni di un papa nella storia. Una "straordinaria prova di scrittura" (sceneggiatore è Anthony McCarten, lo stesso di Bohemian Rhapsody) e una "ancor più sorprendente prova d'attori" (Variety).
Prima delle proiezioni, specialty coffee e pasticceria del Forno Brisa per tutti gli spettatori
Lingua originale con sottotitoli
"Furiosamente ateo, Kubrick fissa su pellicola un'immagine di Dio in grado di soddisfarlo: un parallelepipedo regolare, senza asperità, opaco e perfetto. È un buco nero, e chi lo attraversa compie ‘the ultimate trip', come promettevano le locandine dell'epoca (con doppi e tripli sensi). Come capita spesso alle anticipazioni, il tempo ha trasformato 2001 in ucronia. Ma stavolta le previsioni erano rigorosamente esatte; siamo noi a vivere in un presente sbagliato". (Altiero Scicchitano)
Prima delle proiezioni, specialty coffee e pasticceria del Forno Brisa per tutti gli spettatori
Lingua originale con sottotitoli
Prima edizione di Riflessi. Progetti e visioni promosse da Fondazione Carisbo, la nuova rassegna di incontri promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.
Momenti di approfondimento, testimonianze e confronto sui grandi temi del presente e del prossimo futuro. Tre appuntamenti di domenica mattina in programma dal 1° al 15 dicembre nella sede di Casa Saraceni. Vengono affrontati argomenti attuali e centrali per la società e quindi per la Fondazione che da sempre persegue scopi di utilità sociale e di promozione dello sviluppo, focalizzando il proprio impegno nel dare valore al bene comune.
Riflessi della realtà visti attraverso gli occhi di esperti: personalità che si sono distinte per impegno, professionalità e passione vengono intervistate nel corso delle settimane e guidano gli imperdibili appuntamenti, tra racconti del passato e progetti per il futuro.
Domenica 1 dicembre 2019, ore 11
Rigenerazione urbana ovvero come riappropriarsi degli spazi
Dialogo con Stefano Boeri
Domenica 8 dicembre 2019, ore 11
L’inclusione sociale: le radici dell’accoglienza
Dialogo con Tahar Ben Jelloun
Domenica 15 dicembre 2019, ore 11
Lo sport come metafora della vita
Dialogo con Alex Zanardi
Moderatrice degli incontri
Eva Giovannini
Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria sul sito, fino ad esaurimento dei posti disponibili
In occasione della retrospettiva di Cesare Pietroiusti Un certo numero di cose, i partecipanti al workshop in corso durante l'esposizione saranno i performer che, insieme a Cesare Pietroiusti come officiante, riproporranno al MAMbo l’azione performativa Eucarestia (2018).
L’opera si propone come riflessione contemporanea sul concetto di denaro, inteso come oggetto di scambio per soddisfare i bisogni primari all’interno della società di mercato, dove diviene una entità trascendente: il “Dio Denaro”.
In Eucarestia 2019 la comunione che avverrà sarà quella tra corpo e banconota.
Ingresso gratuito durante la performance
Con questa convinzione, per la sesta stagione consecutiva, l’Associazione Messa in Musica porta l’ascolto di musica sacra nei luoghi per i quali è stata scritta e nei quali suscita le emozioni pù forti. Anche quest’anno, nel periodo che precede il Natale, torneranno prestigiose esecuzioni per Avvento in Musica, il progetto che caratterizza l’attività dell’Associazione fin dalla prima edizione.
Domenica 1 dicembre 2019 – ore 12.00
Messe Basse
G. Fauré (1845-1924)
Ensemble femminile
“Accademia Vittore Veneziani” (FE)
Direttore: Teresa Auletta
Organo: Luciano d’Orazio
Prima di scoprire la musica romantica del suo tempo, il giovane Gabriel Fauré si dedicò alla musica sacra con un’impronta di notevole originalità nella scrittura. Senza grandi pause, che denotano l’influenza del canto gregoriano, accostate a slanci lirici di sapore delicatamente romantico. Con la Messe Basse Fauré mette in musica un particolare tipo di celebrazione liturgica, che si svolgeva in forma semplificata, contrapponendosi a quella cosiddetta “alta” o solenne. Nella versione di Fauré, Gloria e Credo sono omessi, mentre largo spazio viene lasciato a Sanctus, Benedictus e Agnus Dei. Il canto del Credo e dell’Alleluia vengono qui sostituiti da note melodie gregoriane. Nei mottetti per voci femminili e organo, che sono qui destinati al Proprium Missae, prevalgono tenerezza e serenità, una malinconia composta, intimamente romantica, il ripudio di facili effetti per privilegiare una chiarezza espressiva. La finezza della melodia e la densità raffinata dell’armonia creano un insieme di enorme efficacia, un messaggio intimistico che scaturisce dall’interiore e tende verso la purezza dell’idea musicale. Durata: 32 minuti
Domenica 8 dicembre 2019 – ore 12.00
Missa “Jesu Redemptor”
Op. 5
A. Kaim (1825-1887)
Orchestra, soli e coro della Cappella musicale
Basilica di San Francesco
Cappella Musicale della Basilica di San Francesco (RA)
Direttore: Giuliano Amadei
Adolf Kaim, faceva parte del gruppo del movimento ceciliano tedesco, così chiamato in onore di Santa Cecilia, patrona della musica. Questo movimento, diffuso tra il XIX e il XX secolo, soprattutto in Italia, Francia e Germania, fu una risposta all’abbandono della musica gregoriana e polifonica rinascimentale dalle celebrazioni liturgiche, a favore di uno stile più vicino alla musica operistica. Principale criterio delle nuove composizioni doveva essere una maggiore sobrietà, oltre alla ricerca, attraverso il canto, della partecipazione alla liturgia da parte dell’assemblea dei fedeli. è il caso di questa messa a 4 voci e strumenti chiamata “Jesu Redemptor op. 5”. Durata: 25 minuti
Domenica 15 dicembre 2019 – ore 12.00
Missa Luba
G. Haazen (1921-2004)
Coro: Jacopo da Bologna
Direttore: Antonio Ammaccapane
Tenore: Mario Astrada
Percussioni: Tempus Fugit
Organo: Luciano D’Orazio
La Missa Luba è composta dai canoni della Messa latina cantata in stili tradizionali della Repubblica Democratica del Congo. Fu composta da padre Guido Haazen, frate francescano proveniente dal Belgio. Originariamente eseguita senza partitura, fu registrata nel 1958 da Les Troubadours du Roi Baudouin, un coro di adulti e bambini della città congolese di Kamina nella provincia di Katanga. La musica per la Messa non è stata scritta. Padre Haazen ha trascritto nel 1969 la versione registrata nel 1964 rispondendo alla richiesta dei cori che volevano eseguirla. La Missa Luba ha avuto alla sua uscita una risonanza mondiale risultando la “più riuscita” di molte messe scritte in lingua non latina degli anni ’50 e ’60. Essa eclissa la precedente Messe des Savanes (1956) composta dall’Abate Robert Wedraogho in Alto Volta (ora Burkina Faso ); ha dato origine a numerose imitazioni, tra cui la Misa Criolla (1964) composta da Ariel Ramírez e dalla Misa Flamenca (1966) di Ricardo Fernández de Latorre e José Torregrosa. Con i suoi ritmi e la sua vocalità assai lontani dalla tradizione classica della musica liturgica la Missa Luba rappresenta un diverso modo di esprimere la preghiera e la spiritualità. In questa ottica e coerentemente con il proprio intento di divulgare le diverse forme e stili Messa in Musica propone l’esecuzione di questa opera. Per l’accompagnamento dei momenti liturgici fuori dall’Ordinarium verranno eseguiti i brani Mungu ni pendo, Bonse aba e African Alleluja, tratti dalla tradizione religiosa africana. Durata: 15 minuti
Domenica 22 dicembre 2019 – ore 12.00
Messa del Nonno
per coro e orchestra
Pellegrino Santucci (1921-2010)
Coro: Cappella Musicale Arcivescovile dei Servi
Orchestra: Strumentisti dei Servi
Organista: Roberto Cavrini
Direttore e concertatore: Lorenzo Bizzarri
La Messa dei poveri e la Messa del nonno, il cui manoscritto data Monte Castello, agosto 1992, appartengono alle composizioni per la liturgia di Padre Santucci. La partitura in Do maggiore, che esclude i solisti, regge il forte impianto corale sopra un notevole fondamento orchestrale, che in più passi acquisisce anche una certa autonomia dal canto e quindi dal testo stesso. La scrittura corale, spesso tenacemente omoritmica e quindi volutamente rispettosa del sacro testo, sa aprirsi, qua e là, a squarci contrappuntistici, pochi, di grande efficacia. Se il Kyrie spicca per un rigore declamatorio che varia di ben poco i valori delle note, il brevissimo Sanctus (che cita la mozartiana Messa dell’incoronazione) comincia alquanto spaziato quasi per permettere al breve Agnus Dei di estendersi. il Gloria, fornito di un bellissimo Laudamus, e il Credo, un Allegro maestoso capace di moderarsi nel tempo. Circa il titolo, l’autore usava dire che lo stile compositivo adottato era una summa dei grandi maiores, antenati, insomma “nonni” della musica d’Occidente (a cominciare da Bach). Frequentemente eseguita nella Basilica dei Servi, anche nel corso della liturgia. La Messa del Nonno rivive oggi per Avvento in Musica. Durata: 20 minuti
Francesca Marzia Esposito presenta “Corpi di ballo” (Mondadori).
Domenica 1 dicembre
ore 15.00 James e la pesca gigante (James and the Giant Peach, Regno Unito, Stati Uniti d'America/1996) di Henry Selick, basato sul libro omonimo di Roald Dahl (78')
ore 16.30 merenda
ore 17.30 incontro con Patrizia Preti, Associazione Orti via Salgari
Domenica 8 dicembre
ore 15.00 Il bambino che scoprì il mondo (O Menino e o Mundo, Brasile/2014) di Alê Abreu (80’)
Il film, candidato ai Premi Oscar 2016 come miglior film d'animazione, è distribuito dalla Cineteca di Bologna.
ore 16.30 merenda
ore 17.30 laboratorio a cura di Cineteca di Bologna - Schermi e Lavagne
Domenica 15 dicembre
ore 15.00 Jack e il fagiolo magico e altre storie (60') - Selezione di cortometraggi animati
ore 16.30 merenda
ore 17.30 laboratorio a cura di Laminarie
Le merende sono offerte da Alce Nero
in collaborazione con Schermi e Lavagne, Dipartimento educativo Fondazione Cineteca di Bologna
Domenica 8 dicembre, ore 15.00-21.00
MercatoDAVVERO | Xmas Edition
Il Mercato Sonato torna ad essere per un giorno ciò che è sempre stato: un mercato… DAVVERO! La sala si trasformerà per l’occasione in una piazza coperta, popolata di mercanti, creativi, artigiani, designer e produttori enogastronomici, il tutto accompagnato da animazione e musica dal vivo.
Programma:
- Mercatino dell’usato, del vintage, del bio, del riciclo dalle ore 15.00 alle ore 21.00;
- spettacolo di circo con l’artista di strada, giocoliere, acrobata e showman Mr. Sacha alle ore 16.30;
- alle ore 18.30 Concerto con i Tropical Swingers – band composta da Giulia Masarati alla voce, Zimmy Martini al contrabbasso, Aurelio Ristuccia alla chitarra, Fabio Carissimi alla batteria – che propongono un mix irresistibile di suoni che spaziano dai classici dello swing a quelli degli anni ’60, dai soli rock’n’roll ai ritmi tipici della cumbia.
Ingresso gratuito
Ore 15,30 Trailers, anteprime. Ingresso gratuito.
DOMENICA 1 DICEMBRE: LA TENEREZZA di Gianni Amelio – Italia, 2017, durata 103 minuti.
Con Elio Germano, Giovanna Mezzogiorno, Micaela Ramazzotti, Greta Scacchi, Renato Carpentieri. Genere Drammatico.
Trama: Sentimenti che si incrociano tra il sorriso e la violenza. Un padre e i suoi figli non amati, un fratello e una sorella in conflitto, una giovane coppia che sembra serena. E i bambini che vedono e non possono ribellarsi. La storia di due famiglie in una Napoli inedita, lontana dalle periferie, una città borghese dove il benessere può mutarsi in tragedia, anche se la speranza è a portata di mano.
DOMENICA 8 DICEMBRE: L'AFFIDO, UNA STORIA DI VIOLENZA di Xavier Legrand – Francia, 2017, durata 90 minuti.
Con Denis Ménochet, Léa Drucker, Thomas Gioria, Mathilde Auneveux, Mathieu Saikaly. Titolo originale: Jusqu'à la garde. Genere Drammatico -
Trama: Dopo il divorzio da Antoine, Myriam cerca di ottenere l'affido esclusivo di Julien, il figlio undicenne. Il giudice assegnato al caso decide però per l'affido congiunto. Ostaggio di un padre geloso e irascibile, Julien vorrebbe proteggere la madre dalla violenza fisica e psicologia dell'ex coniuge. Ma l'ossessione di Antoine è pronta a trasformarsi in furia cieca.
DOMENICA 15 DICEMBRE: PIENA DI GRAZIA di Andrew Hyatt - USA, 2015, durata 83 minuti.
Con Noam Jenkins, Bahia Haifi, Kelsey Asbille, Merik Tadros, Taymour Ghazi. Genere Drammatico, Storico.
Trama: La storia del Nuovo Testamento dal punto di vista di Maria, madre di Gesù Cristo. Il film ripercorre gli ultimi anni della vita di Maria di Nazareth e i suoi sforzi per aiutare la nascente Chiesa cristiana a riguadagnare il suo incontro con il Signore. Si tratta della prima pellicola nella storia del cinema religioso realizzata sull'ultimo periodo di vita di Maria. Attraverso i suoi occhi il film, con un linguaggio intenso ed emotivo, tenta di esplorare l'incontro dell'uomo semplice con Dio, il momento in cui si è guardati dal Signore e che cosa questo può realmente significare.
DOMENICA 22 DICEMBRE: HUGO CABRET di Martin Scorsese.
Con Ben Kingsley, Sacha Baron Cohen, Asa Butterfield, Chloë Grace Moretz, Ray Winstone. Genere Avventura - USA, 2011, durata 125 minuti.
Trama: L'orfano Hugo Cabret vive nel suo nascondiglio segreto all'interno della stazione di Parigi. Il ragazzo, oltre a coltivare il sogno di diventare un grande illusionista, è deciso anche a portare a termine un'importante missione: riparare il prodigioso automa trovato da suo padre prima di morire. Hugo sopravvive con vari espedienti che usa anche per recuperare i pezzi utili a completare la sua opera finché, un giorno, incontra Isabelle, nipote di un giocattolaio e con lei affronterà un'affascinante e misteriosa avventura...
Chi.Te.Ma
I Legnanesi
NON CI RESTA CHE RIDERE
di Antonio Provasio, Mitia Del Brocco
scene e costumi Enrico Dalceri
musiche Enrico Dalceri, Arnaldo Ciato
regia Antonio Provasio
Come mai la Monnalisa, da tutti conosciuta come la Gioconda di Leonardo Da Vinci, si trova in Francia e non in Italia? Teresa è fermamente convinta che il quadro debba essere restituito al nostro Paese e, in visita al Louvre, decide di appropriarsi di ciò che, da sempre, sente appartenerle. Messa al corrente da Mabilia dell’esistenza di un sortilegio legato al furto del celebre quadro, decide senza indugio di far compiere il fattaccio al povero Giovanni.
Detto e fatto: i nostri tre si ritroveranno catapultati nel 1504, anno di realizzazione dell’opera.
Incontri inimmaginabili faranno da scenario a questo rocambolesco viaggio nel tempo in cui personaggi come Michelangelo, Raffaello, Botticelli e lo stesso Leonardo condurranno la famiglia Colombo in un’altra epoca. Uno spettacolo che – tra balletti spumeggianti, colorati e raffinati in perfetto stile Parigino – farà divertire e riflettere, ricordando che nonostante i problemi e le difficoltà della vita “non ci resta che ridere!”.
I Legnanesi tornano a grande richiesta anche nel cartellone 2019/2020 con un nuovo spettacolo per trascorrere due ore spensierate insieme alla Famiglia Colombo, Teresa, Mabilia e Giovanni. Un invito a lasciarsi incantare dai sontuosi quadri della rivista all’Italiana.
venerdì 6 dicembre 2019, ore 21:00
sabato 7 dicembre 2019, ore 21:00
domenica 8 dicembre 2019, ore 16:00
Visita con archeologa e attore per ragazzi da 8 a 11 anni a cura di ASTER.
Visitiamo la collezione egizia dove per un pomeriggio bambini e genitori vestiranno i panni di guardie e ladri. Mentre i primi dovranno apprendere trucchi e magie frequentando una divertente "scuola per criminali di mezza tacca", gli altri dovranno assimilare quante più informazioni possibili per difendere i preziosi reperti conservati in museo. Tra prove di abilità, indovinelli e giochi, la sfida è già iniziata!
Ingresso € 5,00 a partecipante (gratuito per un accompagnatore adulto)
(max 20 ragazzi)
Prenotazione obbligatoria a partire dal lunedì precedente l’iniziativa, esclusivamente on line, sul sito del museo alla pagina eventi (www.museibologna.it/archeologico/eventi), selezionando l’evento desiderato e cliccando su ISCRIVITI QUI
APPUNTAMENTO A BELLEVILLE
di Sylvain Chomet (Francia, 2003) 82’
Champion è un bambino orfano. Quando Madame Souza, nonna del bambino, scopre la passione del nipote per la bicicletta, gli regala un triciclo e diviene sua infaticabile allenatrice. Passano gli anni e Champion è pronto per entrare nella leggenda: correre - e magari vincere - il Tour de France. Madame Souza e il fedele cane Bruno gli danno il ritmo della scalata più difficile. I due si imbattono in un trio di vecchiette piuttosto bizzarre che danno loro ospitalità. Trionfale a Cannes, Appuntamento a Belleville ha inoltre collezionato il massimo riconoscimento per il cinema d’animazione, vincendo il prestigioso festival di Annecy.
ore 16,00: merenda + laboratorio + film (inizio film ore 17,30)
L’evento è parte del programma Future Film Kids 2019-2020, diciassettesima edizione della rassegna di cinema e laboratori dedicata a bambini e ragazzi e alle loro famiglie.
Laboratorio per ragazzi da 8 a 12 anni.
Prove ed esperimenti per comprendere i principi che stanno dietro la stampa 3D e come questa tecnologia può essere utilizzata.
Prenotazione obbligatoria allo 051 6356611 (entro le ore 13 di venerdì 6 dicembre).
Ingresso € 5,00 (gratuito per un accompagnatore adulto)
Il Cinema Ritrovato al Cinema
ZOG
(GB/2018) di Max Lang e Daniel Snaddon (27')
IL TOPO BRIGANTE
(The Highway Rat, GB/2017) di Jeroen Jaspaert (25')
Animazione
Film adatto alla visione dai 3 anni in su
Zog è un draghetto che ha molta voglia di imparare, ma non ottiene grandi risultati a scuola fino a quando in suo aiuto non arriva Sabrina, una principessa anticonformista.
Il topo brigante è un roditore dispettoso che ruba il cibo agli altri animali, ma riceve una lezione da un'anatra molto astuta.
Dopo le avventure del Gruffalò e di La strega Rossella e Bastoncino, la Cineteca di Bologna distribuisce in sala e in cofanetto Dvd due nuovi capolavori animati prodotti dalla Magic Light Pictures e tratti dai libri scritti da Julia Donaldson e illustrati da Axel Scheffler, di cui ripropongono storie, personaggi, temi e il racconto in rima.
Nell’ambito di Schermi & Lavagne – Cineclub per bambini e ragazzi
Personaggi in cerca d’autore
(Underground)
di Nanni Garella
con gli attori e i nuovi allievi della compagnia Arte e Salute Onlus
regia Nanni Garella
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Associazione Arte e Salute Onlus
in collaborazione con Regione Emilia Romagna Progetto “Teatro e salute mentale”, Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda USL di Bologna
Quando immaginai, vent’anni fa, il bassorilievo da cui emergevano i sei personaggi – incrostati di intonaco, fissati in maschere e abiti rigidi, come appunto ‘scolpiti’- chiesi agli attori che li interpretavano un tono alto, elevato, che scolpisse anche le parole. Quello fu il modo di dare loro la potenza tragica che sentivo come unico vero motivo dominante dell’opera.
Quella potenza deriva loro – non dal drammucolo delle loro esistenze piccolo-borghesi, non dalla abortita novelletta mai scritta – ma unicamente dalla purezza angelica della loro forma.
Non uomini, non attori, non fantasmi, ma “personaggi”, esseri di pura forma, rivestiti di apparenza e di sembianza umana, non compiuti, forniti di esistenza ma non di storia, creature eternamente dolenti, condannate a ripetere per sempre la medesima scena, tentano, da sole, di rappresentarsi, di scrivere quel dramma che è stato loro rifiutato; sfidano le leggi della natura, oltrepassano i limiti della verosimiglianza e producono, narrando il loro mito, il “miracolo” della apparizione dei corpi e del sangue.
Il mito ne racconta l’avvento, li colloca in un posto nel mondo, li fornisce di una identità, anche provvisoria, ma la loro ragion d’essere ha la forma di una leggenda ed è legata alla casualità di un incontro. E così quei personaggi, evocati, invocati e infine apparsi, sono pronti ad essere interrogati, si rivestono di parole. Ad ogni domanda rispondono parlando solo di sé e del mistero della propria forma, incompiuta e sofferente, immortale come qualcosa che non ha corpo, ma sanguinante da profonde ferite, una forma logica e divina come quella di un angelo, ma fragile come quella di una creatura.
Ci si trova di fronte ad una forma, per così dire, pre-drammatica, non ancora scritta, raccontata e continuamente interrotta, ad un tratto vissuta al presente eppure sovrapposta al passato e al futuro; in una situazione che lascia tutti gli elementi del tragico, del mitico, del misterioso, allo scoperto; e i personaggi sospesi nel vuoto.
La Natura sembra scomparsa dall’universo dei personaggi in cerca d’autore, sembra essersi ritratta scontrosamente fuori dal teatro, fuori da quella sorta di laboratorio faustiano in cui un uomo crea per gli altri una realtà a sua immagine e somiglianza, sostituendosi a Dio. Nell’ombra del teatro, tuttavia, una Madre lontana, dolente, accorata, ricorda a quell’uomo che anch’egli fu figlio; e che Natura esiste anche in quel luogo di artificio; e che la fantasia più sfrenata, più orgogliosa, più sublime è pur sempre Natura.
Nanni Garella
F. Perdere le cose
scritto da Kepler-452 (Paola Aiello, Enrico Baraldi, Nicola Borghesi)
regia Nicola Borghesi
dramaturg Enrico Baraldi
in scena Nicola Borghesi, Tamara Balducci e, da qualche parte, F.
luci Vincent Longuemare
spazio Vincent Longuemare e Letizia Calori
costumi Letizia Calori
video Chiara Caliò
suoni Bebo Guidetti
tecnico audio e video Alberto Irrera
capo elettricista Tiziano Ruggia
coordinamento Michela Buscema
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione
F. non può entrare in scena con noi, ma è il protagonista dello spettacolo, il centro del dramma. F. lo abbiamo conosciuto un giorno che ci ha avvicinato e ci ha detto: io sono io. Da quel giorno abbiamo cominciato a provare insieme uno spettacolo che parlasse di lui, della sua storia, di chi è, del perché lui è lui. Insieme abbiamo ricordato, siamo incappati in buchi neri, pezzi rimossi, strappati, aperture vertiginose sull’abisso. Da quel giorno i confini dello spazio teatrale non sono stati più gli stessi.
Ci sono delle leggi per le quali F. è tenuto lontano dal palcoscenico e noi non possiamo farci niente. Tutto ciò che possiamo fare è trascorrere del tempo con lui, ascoltare, costruire, lasciarci andare all’incontro e tentare poi di raccontare che cosa significhi per noi la sua assenza. Proprio perché non è da nessuna parte F. è ovunque. Siamo quindi di fronte ad un’assenza enormemente ingombrante, che non potevamo non portare in scena.
Abbiamo quindi cominciato a domandarci: come si porta in scena un assente? Perché F. ci è tenuto lontano? Cosa dobbiamo temere da lui? È pericoloso? Come può entrare in scena senza salire sul palco? Che cosa, di lui, ci riguarda?
F. è uno spettacolo che parla della ostinata volontà di incontrare qualcuno che è difficilissimo incontrare, di un enorme smarrimento, del confine tra palco e platea, tra ciò che è legale e ciò che non lo è.
F. è, dopo “Il giardino dei ciliegi – Trent’anni di felicità in comodato d’uso”, una seconda foto sfocata scattata lungo la Via Emilia.
F. è la domanda difficilissima: cosa è giusto fare in questo momento?
F. è soprattutto F.
Quando non c’è latte come si fa? Si vende la mucca!
Ma un bambino è in grado di combinare un buon affare?
Forse sì, grazie alla sua voglia di fantastico.
Cinque fagioli magici ci porteranno nel “mondo di sopra” dove tutto è più grande, più ricco, più bello ma anche più pericoloso.
Jack dimostrerà come i bambini possano superare in astuzia e coraggio i più grandi.
Due attori in scena giocano su due dimensioni: quelle del grande e del piccolo (l’orco e il bambino), quelle del fantastico e del reale (il mondo sopra le nuvole e quello sulla terra).
Un gioco teatrale appassionato e fisico che si incrocia con il mondo sospeso e immaginario del video.
compagnia: La Baracca - Testoni Ragazzi
regia: Bruno Cappagli, Daniela Micioni e Carlotta Zini
autore: Bruno Cappagli, Daniela Micioni e Carlotta Zini
cast: Bruno Cappagli e Carlotta Zini
luci: Alex Bertacchi
costumi: Tanja Eick
Scenografie: Fabio Galanti e Franco Calanca
Spettacolo per bambini da 4 a 8 anni
Durata: 50’
Informazioni e biglietteria:
+39 051 4153800
biglietteria@testoniragazzi.it
Un romanzo intimo che racchiude il Pier Vittorio Tondelli segreto di fronte ai misteri dell’amore e della morte: è Camere separate, storia bruciante e autobiografica, pubblicata nel 1989, due anni prima della scomparsa del suo autore, avvenuta nel 1991. E così, il Tondelli di Altri libertini, il primo romanzo pubblicato nel 1980 e processato per oscenità, di Pao Pao, irriverente galoppata nelle gioie e nelle frustrazioni del servizio militare, degli articoli e dei reportage giornalistici confluiti in Un weekend postmoderno, vera e propria esaltazione e al tempo stesso ironica analisi di un decennio “da bere”, questo Tondelli lascia i panni del ventenne scapestrato per esplorare gli angoli più riposti del suo cuore. E lo fa nel suo romanzo più intenso, capolavoro introspettivo della maturità, dove campeggiano il senso della fine.
Due uomini in scena raccontano la storia di Leo, scrittore omosessuale che deve fare i conti con un lutto importante nella sua esistenza. Sarà l’occasione per inseguire le tracce di sé disseminate nel tempo di una vita, dall’adolescenza inquieta in un paese della provincia padana al successo editoriale e ai viaggi per l’Europa mentre la geografia politica ed emozionale di un intero continente cambia pelle. Ma le “camere separate” sono anche la richiesta di un modello d’amore, capace di esprimersi solo per prossimità e mai per convivenze troppo opprimenti. L’amore e il sesso vengono raccontati con le voci e i corpi dei due attori, attraverso le parole del romanzo: una forma originale di teatro-romanzo, dalle affascinanti atmosfere visive e dalla potente fisicità dei performer.
Andrea Adriatico gioca ancora sul filo dell’identità di genere dopo le incursioni su Copi, confrontandosi per la prima volta con la scrittura di Claire Dowie. Adriatico compone partiture della parola e dello spazio, facendo base nella “casa” bolognese di Teatri di Vita creata nel 1993: spettacoli che spesso incontrano drammaturgie dense come quelle di Koltès, Pasolini, Beckett, Copi, Jelinek, interlocutori privilegiati di un modo autorale di creare concerti di corpi e voci, attraversando con i suoi lavori numerosi festival dalla Biennale Teatro al Festival Orizzonti, dallo Short Theatre a Santarcangelo. Al cinema racconta rimozioni intime (nei film drammatici Il vento, di sera e All’amore assente) e pubbliche (nei documentari + o – il sesso confuso. Racconti di mondi nell’era AIDS e Torri, checche e tortellini e nel biopic su Mario Mieli Gli anni amari), presentate e premiate in festival internazionali.
uno sguardo di Andrea Adriatico su Pier Vittorio Tondelli
#edizione3
con
Francesco Martino in Camera 1
Damiano Pasi in Camera 2
musiche originali di Massimo Zamboni cantate da Angela Baraldi
luci, scene e costumi di Andrea Barberini
cura Saverio Peschechera
una produzione Teatri di Vita
con il sostegno di Comune di Bologna, Regione Emilia-Romagna, MiBAC
all’amore separato
Domenica 8 dicembre, 17:00
Goethe-Zentrum - Bologna
"Faust"
Tratto dal Faust di Goethe, recita con musiche di Gounod, Berlioz, Boito e Busoni.
Dario Turrini, Carlotta Acerbi, Davide Uccellari (attori), Silvia Salfi (soprano) e Matteo Matteuzzi (pianoforte).
Ingresso ad offerta libera
Film di chiusura della 18a edizione del River to River Florence Indian Film Festival 2018, è una commedia romantica con protagonista una giovane libera e anticonvenzionale, Rumi, divisa tra due uomini radicalmente diversi, l'esuberante Vicky, che fatica a impegnarsi, e Robbie, maturo e responsabile, che vorrebbe sposarla. Il tutto scandito dai numeri danzati e dal ritmo incalzante della musica punjabi tipici del cinema bollywoodiano. In collaborazione con il River to River Florence Indian Film Festival
In attesa di Dancin'Bo, il cartellone di eventi (27 dicembre-5 gennaio) con cui Bologna saluta il 2019 e festeggia l'arrivo del nuovo anno a passo di danza.
Lingua originale con sottotitoli
DOMENICA 1 DICEMBRE 2019
DUO PIANISTICO 4 MANI
MOZART: INTEGRALE DELLE SONATE A 4 MANI
Denis Zardi-Pierluigi Di Tella, duo pianistici a 4 mani
MARTEDÌ 3 DICEMBRE 2019
GLI INCONTRI DELLA B.A.M. IPPOLITO GHEZZI
Roberto Cascio, relatore
VENERDÌ 6 DICEMBRE 2019
I VENERDÌ DEI SEMCHUKISTI
RASSEGNA DA CAMERA
Artisti Scuola Violino Accademia Internazionale di Imola
SABATO 7 DICEMBRE 2019
RECITAL PIANISTICO
POLIFONIE GERMANICHE TRA I SECOLI
Chiara Naldi, pianoforte
DOMENICA 8 DICEMBRE 2019
DUO VOCE E PIANOFORTE
SPLENDORE DELL’AVE MARIA NEI SECOLI
Claudia Garavini, soprano - Walter Proni, pianoforte
SABATO 14 DICEMBRE 2019
RECITAL PIANISTICO
DAL CLASSICISMO AL MODERNISMO
Paolo Scafarella, pianoforte
DOMENICA 15 DICEMBRE 2019
DUO FLAUTO-PIANOFORTE
NEI SALOTTI ITALIANI: LA MUSICA “SCORDATA”
Tito Ciccarese, flauto - Alberto Firrincieli, pianoforte
VENERDÌ 20 DICEMBRE 2019
I VENERDÌ DEI SEMCHUKISTI
RASSEGNA DA CAMERA
Artisti Scuola Violino Accademia Internazionale di Imola
SABATO 21 DICEMBRE 2019
RECITAL PIANISTICO
BRAHMS: ADDIO AL PIANO, GLI ULTIMI CICLI PIANISTICI
Gianluca Di Donato, pianoforte
DOMENICA 22 DICEMBRE 2019
RECITAL PIANISTICO
BELLEZZA E RESILIENZA
Jacopo Fulimeni, pianoforte
GIOVEDÌ 26 DICEMBRE 2019
CONCERTO PER PIANOFORTE A SEI MANI
‘800 A SEI MANI TRA DANZA, OPERA E SALOTTO
Trio Pianistico Di Bologna
SABATO 28 DICEMBRE 2019
RECITAL PIANISTICO
BEETHOVEN, CHOPIN E RACHMANINOV
Samuele Piccinini, pianoforte
DOMENICA 29 DICEMBRE 2019
RECITAL PIANISTICO
IL ROMANTICISMO MUSICALE
Pietro Fresa, pianoforte
Ingresso ad offerta fino ad esaurimento posti. A concerto iniziato, non saranno più ammessi spettatori nell’Oratorio.
Il tradizionale concerto di Natale a CUBO accoglie il pubblico con la magia dei BSMT Singers, le migliori voci della Bernstein School of Musical Theater - BSMT Bologna, e lo introduce nel periodo più atteso dell’anno.
Diretti da Shawna Farrell e Vincenzo Li Causi e accompagnati al pianoforte dal Maestro Maria Galantino, le oltre 40 giovani voci si cimentano in un repertorio tratto dalla tradizione natalizia di alcuni paesi del mondo, dai grandi classici a brani meno conosciuti.
ore 18.00
Ingresso libero con prenotazione
Info e prenotazione
Widmer Berni e Maria Longhena presentano
Una nuova preistoria umana. Ipotesi inedite sull'origine della civiltà. (Pendragon Edizioni)
Sono trascorsi circa cinquant'anni da quando Colin Renfrew affermava che le basi teoriche su cui abbiamo fondato lo studio della nostra preistoria non sono più sostenibili.
Il 19 dicembre 2019 il complesso di Santa Maria della Vita festeggia 20 anni dalla riapertura della Chiesa e dell’Oratorio dei Battuti, dopo lunghi lavori di restauro avviati dalla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna. Luogo al centro della città, amato dai bolognesi e visitato dai tanti turisti che affollano Bologna, per ammirare il Compianto sul Cristo Morto di Niccolò dell’Arca, Santa Maria della Vita propone nel mese di dicembre 5 concerti organizzati in collaborazione con altre realtà culturali della città.
Domenica 8 dicembre | ore 18.00
Coro Euridice di Bologna
Ensemble di strumenti antichi Circe
Direttore: Pier Paolo Scattolin
Organo: Inge Beck
Programma
J.S.Bach, Lobet den Herrn alle Heiden
F. Mendelssohn-Bartholdy, Richte mich, Gott P.P. Scattolin, Hodie Christus natus est
Antonio Caldara, Stabat Mater (per soli, coro e strumenti)
Soprano: Sonila Kaceli
Alto: Angela Troilo
Tenore: Sergio Giachini, Davide Malaguti
Basso: Jacopo Lenzi
Spinetta: Fabiana Ciampi
Ensemble di strumenti antichi Circe
Flauti: Sara Dallolio, Stefano Fanton, Giuseppe Sportaro, Angela Troilo; Violini: Irene Pizzi, Alessandro Urso;
Viole da gamba: Angela Albanese, Silvia Guberti, Gianni Sebartoli; Violoncello: Federica Pasquali;
Violone: Roberto Salario;
Arciliuto, tiorba e chitarra barocca: Giovanni Fini, Sebastiano Scollo
Mercoledì 11 dicembre | ore 19.00
Coro Femminile e Coro da Camera del Collegium Musicum Almae Matris
Direttore: Enrico Lombardi
Organo: Istvan Batori
Programma
J. M. Haydn, Missa sub titulo Sancti Leopoldi (per soli, coro femminile, corni, archi e basso continuo)
W. A. Mozart, Sonata da Chiesa n.17 in do maggiore, K 336
F. J. Haydn, Missa brevis Sancti Joannis de Deo (detta anche Kleine Orgelmesse; per soprano solo, coro, archi e basso continuo)
Martedì 17 dicembre | ore 20.30
Coro Stelutis e Coro Voci bianche Stelutis
Direttore: Silvia Vacchi
Orchestra Sursum Corda
Direttore: Barbara Manfredini
Programma
Coro Voci Bianche Stelutis, Signum (canone di T.Tallis 1505-1585)
Coro Stelutis, Sia lodà (elab. Giorgio Vacchi) / Tre re d’oriente (elab. Giorgio Vacchi) / Maria Maddalena (elab. Giorgio Vacchi) / Pastori (Giorgio Vacchi) / Santa Lucia (elab. Giorgio Vacchi)
Coro Stelutis e Voci Bianche Stelutis / Dormi dormi (elab.G.Vacchi)
Repertorio strumentale
G. Bizet, Ouverture da “L’ Arlésienne”
A. Corelli, Pastorale dal Concerto grosso op.6 n. 8 “Fatto per la notte di Natale”
J. Brahms, Variazioni su un tema di Haydn(Corale di S. Antonio)
Orchestra e coro
Nenia di Gesù Bambino (elab. L.Pigarelli 1875-1964)Fantasia di Natale: canti tradizionali natalizi
Giovedì 19 dicembre | ore 21.00
Coro e orchestra della Cappella Musicale Arcivescovile della Basilica di S. Petronio
Michele Vannelli, maestro di cappella
Programma
Johann Sebastian Bach, Nun komm, der Heiden Heiland (Weimar, 1714). Cantata per la I domenica di Avvento BWV 61per soprano, tenore e basso soli, coro a 4 voci, archi e basso continuo
Arcangelo Corelli, Concerto VIII fatto per la notte di Natale da Concerti grossi con duoi violini e violoncello di concertino obligato e duoi altri violini, viola e basso di concerto grosso ad arbitrio [...] Opera sesta, Amsterdam, Etienne Roger, 1714
Georg Friedrich Händel, Dixit Dominus, Salmo HWV 232 (Roma, 1707) per due soprani, alto, tenore e basso soli, coro a 5 voci, archi e basso continuo
Soprani: Maria Dalia Albertini, Francesca Santi
Mezzosoprano: Michela Borazio
Tenore: Angelo Testori
Basso: Gabriele Lombardi
Domenica 22 dicembre | ore 17.00 c/o Oratorio dei Battuti
Cappella Musicale Arcivescovile della Basilica di S. Petronio
Michele Vannelli, maestro di cappella
L’Idillio di Orfeo
omaggio a Giovan Battista Marino nel 450° anniversario della nascita
L’ingresso ai concerti è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili
"Nell'odissea dello spazio e del tempo, miseri amanti, immersi nella spirale di una città, San Francisco, vivono nel desiderio sempre umiliato di un paradiso terrestre impossibile" (Maurizio Del Ministro). Capolavoro tra i capolavori hitchockiani degli anni Cinquanta, di tutti il più esistenziale: sotto la vernice del Technicolor serpeggia il senso del disagio, dell'umana inadeguatezza, della ragione inservibile, delle passioni inutili, d'una tristezza che Truffaut arrivò a chiamare necrofilia. "Perché ci si insinua un sospetto: forse il solo amore eterno di cui siamo capaci è quello per chi non ci appartiene più. L'amore che non muore è l'amore per un fantasma" (Gianni Amelio). Il cinema, ovvero rendere tangibili le regole dell'attrazione: per il vuoto, per la schiena di Kim Novak bordata di seta verde. (pcris)
Lingua originale con sottotitoli
Contravvenendo ai suoi usi e costumi, Guido Catalano non passerà questi giorni magici nel suo Bunker Anti-Natale ma, sprezzante del pericolo, solcherà l’Italia con un inedito "Reading di Natale" a prova di renna.
Poesie di nascita e di decrescita felice, poesie con e senza canditi per grandi e piccini, in location magiche a dir poco, come conviene al periodo. Sarà anche l'occasione per toccare con mano, acquistare e farsi firmare dal Poeta "POESIE AL MEGAFONO", l'ultima fatica editoriale in uscita il 19 novembre per Rizzoli: non un audiolibro, ma un libro vero e proprio, fatto di inchiostro, colori e profumo di carta, illustrazioni bellissime e, soprattutto, della viva voce, r moscia compresa, del nostro Catalano.
Un libro per bambini ingranditi o per grandi imbambiniti, perfetto per placare l'ansia da regalo natalizio. Perchè Natale è dietro l'angolo, e a Natale siamo tutti più buoni, le strade si illuminano di luci colorate e i Babbi si arrampicano temerari sui nostri balconi.
In collaborazione con il LOCOMOTIV CLUB Bologna.
Biglietto 15€ + diritti di prevendita
Prima di esordire nel lungometraggio con Amore tossico, Claudio Caligari gira alcuni documentari ultraindipendenti su temi sociali e politici. La parte bassa immortala "la parola, il gesto, la rabbia impotente e la voglia di vivere" dei movimenti giovanili milanesi. "Il film brucia il mito morale della radicalità alternativa come perfezione interiore, insegnandoci nello stesso tempo come questo fuoco distruttivo sia prezioso e debba essere accuratamente e disperatamente ben regolato e ben diretto" (Roberto Silvestri).
Copia proveniente da CSC - Cineteca Nazionale
Anche quest'anno il Vecchione sarà un'opera partecipata il cui progetto è affidato Cantieri Meticci che dopo l'edizione 2018 rilanciano alla città la chiamata a costruirlo tutti insieme. Tutti possono portare allo Spazio Bianco del DumBO vecchie cose di legno di cui desiderano disfarsi e collaborare, nella grande officina aperta da pochi giorni, con gli scenografi e gli artigiani di Cantieri Meticci alla costruzione del fantoccio. Sempre a DumBO verrà allestito anche un laboratorio di incisione dove tutti potranno scrivere su fogli di metallo frasi riferite a quello di cui vorranno prendersi cura nel prossimo anno che verranno inserite nel vecchione, in un rito collettivo che si lascia alle spalle il passato e conserva per l'anno nuovo solo le speranze.
Per partecipare alla costruzione del Vecchione basta presentarsi a DumBo ogni martedì e giovedì dalle 14.30 alle 16.30 e il sabato dalle 14.30 fino alle 18.30.
I laboratori sono gratuiti per tutte e tutti. Benvenuti gruppi, associazioni e scolaresche.
Per partecipare scrivete a info@cantierimeticci.it o telefonate al numero339 5972782
Alla Fondazione MAST di Bologna arriva in anteprima in Europa la mostra “Anthropocene” che indaga l’impatto dell’uomo sul pianeta attraverso le straordinarie immagini di Edward Burtynsky, i filmati di Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier e le esperienze immersive di realtà aumentata.
Il progetto Anthropocene è un’esplorazione multimediale che documenta l’indelebile impronta umana sulla terra: dalle barriere frangiflutti edificate sul 60% delle coste cinesi alle ciclopiche macchine costruite in Germania, dalle psichedeliche miniere di potassio nei monti Urali in Russia alla devastazione della Grande barriera corallina australiana, dalle surreali vasche di evaporazione del litio nel Deserto di Atacama alle cave di marmo di Carrara e ad una delle più grandi discariche del mondo a Dandora, in Kenya.
Anthropocene è frutto della collaborazione quadriennale tra il fotografo di fama mondiale Edward Burtynsky e i pluripremiati registi Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier che, combinando arte, cinema, realtà aumentata e ricerca scientifica, documentano i cambiamenti che l’uomo ha impresso sulla terra e testimoniano gli effetti delle attività umane sui processi naturali. La mostra è a cura di Sophie Hackett, Andrea Kunard, Urs Sthael.
È parte integrante della mostra il film “Anthropocene: l’Epoca Umana”, codiretto dai tre artisti, che verrà distribuito nei cinema italiani dal 19 settembre – Info proiezioni
Orari di apertura
da martedì a domenica 10.00 - 19.00
Ingresso gratuito
La mostra è parte della IV edizione di Foto/Industria (24 ottobre-24 novembre 2019), promossa dalla Fondazione MAST - Info badge Foto/Industria
La mostra è curata e organizzata dal Museo Ebraico di Bologna, dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Città metropolitana di Bologna e con la collaborazione della Comunità ebraica di Bologna.
Gli straordinari reperti di uno dei più ampi cimiteri ebraici medievali del mondo, rinvenuto alcuni anni fa a Bologna in via Orfeo, poco lontano dalle mura trecentesche, sono finalmente visibili dopo anni di studi e restauri in una mostra che intende raccontare la storia della comunità ebraica cittadina nei secoli del suo massimo splendore.
“La Casa della Vita” o Bet ha-chayyim è uno degli eufemismi con cui gli ebrei tradizionalmente indicano il cimitero (Bet ha-Qevaroth), poiché come si di legge nel Deuteronomio (30,19) “… ti ho posto davanti la vita e la morte … scegli dunque la vita, onde tu viva, tu e la tua progenie”. E dagli scavi condotti nell’area cimiteriale sono emerse straordinarie tracce di vita vissuta. Gioielli in oro di eccezionale fattura e bellezza, pietre incise, oggetti in bronzo recuperati in oltre quattrocento sepolture, attestano la presenza a Bologna di una fiorente comunità, proficuamente inserita nel contesto culturale e sociale fino all’espulsione, avvenuta per volere del papa nel 1569, e offrono lo spunto per ripercorrere, in maniera globale e sistematica, la storia di una minoranza, i suoi usi, la sua cultura e le sue interazioni con la società cristiana del tempo. Una settantina circa sono i reperti esposti in mostra a dare testimonianza di un luogo di cui era nota l’esistenza ma ormai perduta ogni traccia, a sollevare interrogativi e a ridestare ancora una volta la curiosità verso un’epoca tra le più interessanti ed enigmatiche nella storia culturale italiana. “Dalla condivisione al ghetto. Lo spazio degli Ebrei a Bologna dal XIV al XVI secolo” è il film appositamente prodotto dal Museo Ebraico di Bologna per narrare una storia, quella della Bologna ebraica, ancora inedita e di grande rilievo. In mostra anche documenti provenienti dall’Archivio Generale Arcivescovile e – dal 15 settembre 2019, in occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica – la riproduzione fotografica del Canone di Avicenna, fondamentale summa del sapere medico di allora, di cui la Biblioteca Universitaria di Bologna conserva un superbo manoscritto del XIV secolo ornato da splendide miniature a piena pagina con scene che illustrano le principali pratiche mediche e terapeutiche.
Nel Ventennale del Museo Ebraico di Bologna si torna parlare della presenza ebraica tra Quattro e Cinquecento in uno dei centri più importanti dell’ebraismo italiano. Durante il periodo di mostra, un percorso espositivo diffuso in musei e istituzioni culturali della città – Museo civico Medievale, Biblioteca Universitaria, Museo Internazionale e Biblioteca della Musica, Museo del Patrimonio Industriale, Museo civico del Risorgimento-Certosa di Bologna – darà occasione al pubblico di conoscere luoghi, episodi, persone che hanno fatto la storia ebraica di Bologna. Il quadro che ne emerge è di grande respiro e di ricchezza insospettabile.
Orari di apertura
da domenica a giovedì 10.00-17.30 | venerdì 10.00-15.30
sabato e festività ebraiche chiuso
Biglietto
intero 7 €
ridotto 5 € (la riduzione si applica anche agli abbonati Card Musei Metropolitani Bologna)
Dal 5 luglio 2019 al 26 aprile 2020 la Fondazione di Vignola ospita “Ora più rada ora più densa. Architetture dell’immaginario”, una rassegna di arte contemporanea a cura di Lucia Biolchini.
Tra le mura della storica Rocca di Vignola si alterneranno gli artisti Marina Fulgeri, Sabrina Muzi, Alessandro Moreschini, Linda Rigotti e Giorgia Valmorri.
Sarà un laboratorio di cultura che richiama nel titolo le “Città invisibili” di Italo Calvino, immaginando l’architettura come luogo in cui l’arte si traduce in pratica quotidiana. Rocche e Torri antiche vibreranno di lingue inedite dichiarando un’esplicita continuità culturale.
Il primo appuntamento che aprirà la rassegna sarà “Self expression” di Marina Fulgeri, dal 5 luglio all’8 settembre (inaugurazione il 5 luglio alle ore 19.00).
Nelle sue mani luce e colore diventano strutture. Con questo lavoro l’artista pone l’attenzione sul potere attrattivo che le frequenze cromatiche possono generare e su come la loro lettura in chiave psicologica possa fornire indicazioni per la conoscenza di sé e dello spazio di cui siamo fatti (www.marinafulgeri.com)
A seguire, dal 21 settembre al 10 novembre, Sabrina Muzi propone un’estensione e un approfondimento di “Shān”, un corpus di lavori che comprende un’installazione
pittorica, una serie di acquerelli, fotografie e video (www.sabrinamuzi.it).
Dal 14 dicembre al 2 febbraio 2020 sarà poi la volta di Alessandro Moreschini, con "Beata solitudo”, il cui obiettivo è quello di ritrovare una condizione per orientarci nell’“inquinamento immaginifico” prodotto dall’Horror Pleni da cui ci metteva in guardia Gillo Dorfles (www.alessandromoreschini.it).
Mentre a chiudere “Ora più rada ora più densa” saranno Linda Rigotti e Giorgia Valmorri con “Da dentro”, dal 7 marzo al 26 aprile 2020. L’architettura si sgretola e diventa memoria, nomadismo e mutazione, svincolata dalla necessità di fissarsi in una struttura saldamente ancorata al terreno, è contro-architettura (www.lindarigotti.tumblr.com, www.giorgiavalmorriart.tumblr.com).
Ora più rada ora più densa. Architetture dell’immaginario
a cura di Lucia Biolchini
Marina Fulgeri - Self expression
Inaugurazione: 5 luglio alle ore 19.00
Periodo: 5 luglio - 8 settembre
Ingresso gratuito
Rocca di Vignola
Tel. 059.775246
In collaborazione con
Wunderkammer associazione culturale
www.dislocata.it
In occasione del bicentenario della nascita del pittore bolognese Alessandro Guardassoni (1819-1888), l’Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna, l’Istituzione Bologna Musei | Musei Civici d’Arte Antica, la Fondazione Gualandi a favore dei sordi e la Diocesi di Bologna hanno realizzato un itinerario diffuso nella città metropolitana – a cura di Silvia Battistini e Claudia Collina con la collaborazione di Chiara Sanfelici, Patrizia Tamassia, Valentina Volta – per valorizzare l’attività dell’artista: dal naturalismo storico-romantico alla svolta purista sino allo sviluppo di un linguaggio devozionale, che fece di lui il più importante pittore ecclesiastico di Bologna nel XIX secolo.
Dopo una prima formazione in città, egli fece esperienze di studio e di viaggio all’estero e dal 1856 iniziò a partecipare con successo non solo alle mostre accademiche, ma anche a quelle di rilevanza internazionale, proponendo quadri di soggetto storico-romantico, biblico-sacro e ispirati alla letteratura, divenendo in particolare famoso per l’episodio del La conversione dell’Innominato tratto da I promessi sposi di Alessandro Manzoni.
Parallelamente, dal 1859 iniziò a studiare ottica e ad avvalersi della stereoscopia per fissare in un’immagine fotografica l’effetto del vero da rendere in pittura, divenendo un importante sperimentatore nella resa degli effetti di luce e tridimensionalità.
La mostra alle Collezioni Comunali d’Arte propone opere di Guardassoni presentate in esposizioni ufficiali e realizzate per commissioni importanti, che narrano l’evoluzione del suo stile, rendendo possibile un confronto con gli altri pittori attivi in quegli anni a Bologna e riproponendone l’atmosfera culturale attraverso 40 dipinti.
Contemporaneamente alla Fondazione Gualandi vengono esposti 60 disegni preparatori e bozzetti per le pitture realizzate nelle chiese bolognesi. Un video – realizzato dagli studenti del Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna-Corso di laurea in design del prodotto industriale – mostra al visitatore la relazione tra le fasi preparatorie e i lavori finiti, in un percorso virtuale all’interno di alcune chiese in cui Guardassoni lavorò.
Una mappa, distribuita nelle sedi delle mostre, permette di raggiungere con facilità le chiese cittadine e dei dintorni, nelle quali sono organizzate specifiche visite guidate a cura dell’associazione Arte e Fede.
Collezioni Comunali d’Arte | Piazza Maggiore 6
aperto: martedì-domenica e festivi h 10-18.30
Ingresso mostra: € 6,00 intero / € 3,00 ridotto / € 2,00 per i giovani tra 18 e 25 anni / gratuito per possessori di Card Musei Metropolitani Bologna
Info: tel. 051 2193998 / www.museibologna.it/arteantica / museiarteantica@comune.bologna.it
Fondazione Gualandi | via Nosadella 49
aperto: sabato e domenica h 10-17 (giorni feriali su appuntamento)
Ingresso libero
Info: tel. 051 3399506 / www.fondazionegualandi.it / iniziative@fondazionegualandi.it
Chiese dell’Arcidiocesi di Bologna
Per informazioni e prenotazioni: Arte e Fede – tel. 351 98577704 / www.artefede.com
ACCESSIBILITÀ: ausili e servizi disponibili nelle sedi delle mostre
venerdì 13 settembre:
h 17 > Collezioni Comunali d’Arte | Piazza Maggiore 6
h 18.15 > Fondazione Gualandi | via Nosadella 49
h 19.15 > visita alla chiesa di Santa Caterina | via Saragozza 61
domenica 15 settembre h 10.30; domenica 6 ottobre h 17; giovedì 17 ottobre h 17; domenica 10 novembre h 10.30; giovedì 21 novembre h 17; domenica 1 dicembre h 16.30; giovedì 19 dicembre h 17; domenica 29 dicembre h 16.30; domenica 5 gennaio h 10.30; domenica 19 gennaio h 16.30
A Palazzo Albergati di Bologna una mostra dedicata al grande artista russo, Chagall. Sogno e Magia: opere che raccontano l’originalissima lingua poetica di Marc Chagall (1887-1985) attraverso il filo conduttore della sensibilità poetica e magica. Dal 20 settembre 2019 al 1 marzo 2020.
La cultura ebraica, la cultura russa e quella occidentale, il suo amore per la letteratura, il suo profondo credo religioso, il puro concetto di Amore e quello di tradizione, il sentimento per la sua sempre amatissima moglie Bella, in 160 opere tra dipinti, disegni, acquerelli e incisioni. Un nucleo di opere rare e straordinarie, provenienti da collezioni private e quindi di difficile accesso per il grande pubblico.
La mostra Chagall. Sogno e Magia, prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia con il patrocinio del Comune di Bologna, è curata da Dolores Duràn Ucar e racconta il mondo intriso di stupore e meraviglia dell’artista. Nelle opere coesistono ricordi d’infanzia, fiabe, poesia, religione ed esodo, un universo di sogni dai colori vivaci, di sfumature intense che danno vita a paesaggi popolati da personaggi, reali o immaginari, che si affollano nella fantasia dell’artista. Opere che riproducono un immaginario onirico in cui è difficile discernere il confine tra realtà e sogno.
La mostra si divide in cinque sezioni in cui sono riassunti tutti i temi cari a Chagall: la tradizione russa legata alla sua infanzia, dalla quale non si allontanò mai; il senso del sacro e la profonda religiosità che si riflettono nelle creazioni ispirate alla Bibbia; il rapporto con i letterati e i poeti; l’interesse per la natura e gli animali e le riflessioni sul comportamento umano che trovarono espressione nelle acqueforti delle Favole; il mondo del circo, che lo affascinava sin dall’infanzia per la sua atmosfera bohémienne e la sua sete di libertà; e ovviamente l’amore, che domina le sue opere e dà senso all’arte e alla vita.
Durante il percorso di mostra ci si troverà all’interno di una Dream Room: una video installazione - che vede l’ideazione e la regia di Vincenzo Capalbo e Marilena Bertozzi - che permette al visitatore di immergersi in immagini svincolate dal reale che si frammentano come percezioni illogiche ed emozioni dell'inconscio. In Dream Room le opere di Chagall si liberano nello spazio della stanza dando vita a un'opera ambientale onirica, una realtà superiore come fosse una sub-realtà. La realizzazione è di Art Media Studio di Firenze.
Orario apertura
Tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00
(la biglietteria chiude un’ora prima)
Aperture straordinarie
1 novembre 2019 ore 10.00 – 20.00
8 dicembre 2019 ore 10.00 – 20.00
24 dicembre 2019 ore 10.00 – 17.00
25 dicembre 2019 ore 16.00 – 20.00
26 dicembre 2019 ore 10.00 – 20.00
31 dicembre 2019 ore 10.00 – 17.00
1 gennaio 2020 ore 10.00 – 20.00
6 gennaio 2020 ore 10.00 – 20.00
Riduzioni riservate agli abbonati Card Musei Metropolitani
possessori card € 7,00 (audioguida inclusa)
biglietto famiglia € 26 (fino a 2 adulti possessori di card € 7,00 a testa + fino a 2 bambini / ragazzi dai 4 agli 11 anni € 6 a testa + 3° bambino omaggio)
Infoline
T. 051 030141 (attivo dal lunedì al venerdì ore 10 – 17)
Sospesi nello spazio e nel tempo, i misteriosi personaggi che hanno reso tanto celebre la Metafisica di Giorgio de Chirico sono stati proposti innumerevoli volte, non solo con la grafica e la pittura ma anche nella versione tridimensionale, in una produzione scultorea di cui probabilmente il grande pubblico ancora non conosce la particolare suggestione. Meno nota della produzione pittorica, ma certamente non meno evocativa, la scultura del grande maestro offre infatti l’occasione per approfondire alcuni dei soggetti che hanno dominato la sua poetica, tra i quali spiccano l’enigmatica presenza dei manichini e la persistenza del mito e della memoria dell’antico.
L’incontro di De Chirico con la scultura avvenne solo in età matura quando, intorno al 1940, il pittore iniziò a realizzare alcune piccole terrecotte dipinte in cui riprendeva i temi dei suoi dipinti del periodo metafisico. Più tardi l’artista decise di far tradurre quelle fragili opere in più durevoli esemplari in bronzo, realizzando piccole tirature di diversi formati. Il corpus della sua ricerca plastica è successivamente stato riproposto dalla Fondazione Isa e Giorgio de Chirico di Roma, che ne ha commissionato la fusione in una nuova edizione limitata, in occasione del centenario della nascita dell’artista celebrato nel 1988.
Per presentare al pubblico un importante nucleo composto da 19 di queste sculture, recentemente acquisite nella collezione permanente del MAGI’900 insieme a pregevoli opere grafiche, il museo propone un allestimento particolare che intende mettere in relazione le rappresentazioni bidimensionali e la loro restituzione a tutto tondo. Tra le opere esposte ricorrono alcune figure chiave dell’immaginario dechirichiano, come gli Archeologi, i Trovatori, i Manichini Coloniali, Le Muse, i Cavalli, temi dei quali vengono presentate diverse varianti, offrendo una delle più significative ricognizioni sulla scultura metafisica mai allestite in Italia.
I bronzi, esposti insieme a un gesso preparatorio, dipinti, disegni, grafiche e a due rare edizioni illustrate dell’Apocalisse di Giovanni, sono presentati al pubblico in un allestimento corale, reso particolarmente intenso da un’installazione di pannelli luminosi, provenienti dal Museo Documentario della Metafisica di Ferrara, pionieristico museo “virtuale” inaugurato nei primi anni ’80 e oggi non più esistente, ideato dall’allora direttore del Palazzo dei Diamanti Franco Farina, al quale la mostra è dedicata a un anno dalla sua scomparsa.
La regia dell’allestimento è curata da Valeria Tassinari.
Orari d’apertura:
da martedì a domenica 10.00 - 18.00 (la biglietteria chiude alle ore 17.00).
Ingresso ridotto per gli abbonati Card Musei Metropolitani :
- Collezione permanente + mostre temporanee € 10 anzichè € 15
- Collezione permanente € 7 anzichè € 10
– Mostre temporanee, 1 mostra € 5 anzichè € 7; 2 mostre € 7 anzichè € 10
Sul finire del XIX secolo la scoperta delle arti decorative giapponesi diede una notevole scossa all’intera Arte europea. Un potente vento di rinnovamento che dall’Oriente investiva modelli, consuetudini stratificate nei secoli, conducendo l’arte del Vecchio Continente verso nuove e più essenziali norme compositive fatte di sintesi e colori luminosi.
Il taglio che il curatore della mostra, Francesco Parisi, ha scelto per descrivere questa effervescente pagina della storia dell’arte europea, è decisamente originale. Per la prima volta sono state mappate le tendenze giapponiste dell’Europa tra Ottocento e Novecento: dalla Germania all’Olanda, al Belgio, dalla Francia all’Austria, alla Boemia, fino all’Italia.
Nelle quattro ampie sezioni in cui è dipanato il racconto, Parisi affianca originali e derivati, ovvero opere scelte fra quelle che giungendo dal Giappone divamparono a oggetto di passioni e di studi in Europa, accanto alle opere che di questi “reperti” evidenzino la profonda influenza.
Pittura e grafica, certo. Ma anche tutto il resto, dall’architettura, alle arti applicate, all’illustrazione, ai manifesti, agli arredi,…. A dar conto, per la prima volta in modo organico, di quanto capillarmente e profondamente quel Giapponismo sia entrato nel corpo della vecchia Europa.
Accanto ai capolavori di Gauguin, Touluse Lautrec, Van Gogh, Klimt, Kolo Moser, James Ensor, Alphonse Mucha si potranno ammirare le tendenze giapponiste nelle opere degli inglesi Albert Moore, Sir John Lavery e Christopher Dresser; degli italiani Giuseppe De Nittis, Galileo Chini, Plinio Nomellini, Giacomo Balla, Antonio Mancini, Antonio Fontanesi e Francesco Paolo Michetti con il suo capolavoro La raccolta delle zucche; e ancora i francesi Pierre Bonnard, Paul Ranson, Maurice Denis ed Emile Gallé; i belgi Fernand Khnopff e Henry Van De Velde.
La mostra è un’iniziativa della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, con il Comune di Rovigo e l’Accademia dei Concordi
Biglietti
Ingresso intero 12 €
Ingresso ridotto per gli abbonati Card Musei Metropolitani 8 €
Quattro mostre celebrative dei 110 anni di storia del Bologna Football Club nelle sedi di Villa delle Rose, Museo Civico Archeologico, Museo Civico Medievale e Salaborsa.
Un interessante percorso fra sport e storia per ripercorre le tappe principali dell’amore per lo sport a Bologna, attraverso tre delle più importanti realtà museali della città.
Tra le ricchezze vivide del Museo Civico Archeologico è possibile scorgere le storiche tracce legate all’attività sportiva nel mondo antico, al concetto di gara e cura del corpo degli atleti.
È invece al Museo Civico Medievale, che avverrà l’incontro con il gioco cortese: il racconto dello sport nella Bologna del Rinascimento e del Barocco, in una narrazione cavalleresca attraverso giostre e tornei, elmi, lance e armature.
Con Villa delle Rose arriva al culmine il viaggio alla ricerca della passione sportiva bolognese, con un focus sulla fede calcistica verso l’esplorazione di una grande collezione di memorabilia, maglie e trofei, installazioni tecnologiche e gadget da collezionare.
In Salaborsa è allestita una mostra fotografica celebrativa dei 110 anni del Bologna FC 1909, a ingresso libero, per mostrare tutte le foto legate alla storia e alla passione per il Bologna FC 1909 alle quali i tifosi sono maggiormente legati. Alcune delle foto, inoltre, saranno scelte dagli stessi supporter, con un contest speciale che metterà in mostra le originali emozioni che si provano sugli spalti e una postazione eSports che farà sentire tutti campioni!
Un unico biglietto permette la visita, oltre che alla mostra dedicata ai rossoblù a Villa delle Rose, anche ai percorsi allestiti al Museo Civico Archeologico e al Museo Civico Medievale.
La mostra in Salaborsa è gratuita.
Per gli abbonati Card Musei Metropolitani Bologna l’ingresso alla mostra a Villa delle Rose è ridotto a 10€, anzichè 15€, mentre gli ingressi alle altre due mostre sono gratuiti.
I Musei dell’Alma Mater continuano a riservare sorprese.
L’occasione, in questo caso, è offerta dal bicentenario della presenza diplomatica degli Stati Uniti d’America a Firenze. L’Università di Bologna, ad unificazione appena avvenuta, si distingue per la precocità dell’interesse riservato alla Repubblica nordamericana.
È Giovanni Capellini, giovane e brillante geologo, a comprendere che i grandi giacimenti paleontologici al di là dell’Atlantico rappresentano una straordinaria opportunità di ricerca e, nello stesso tempo, una risorsa da valorizzare: gli americani, con indiscutibile capacità, lo fanno dagli inizi dell’Ottocento.
Questa è l’origine del viaggio di Capellini negli USA, nel 1863, e dell’avvio di rapporti così solidi da sfociare, nel 1909, nel grande dono del modello di Diplodocus, ad opera di Andrew Carnegie.
ORARI DI APERTURA:
da martedì a venerdì: 9.00 - 13.00
sabato, domenica e festivi: 10.00 - 18.00
chiusure: 24 e 25 dicembre, 1 gennaio
BIGLIETTI
Intero 3€
Ridotto 1€: scolaresche in visita autonoma (tariffa per persona)
Gratuito: bambini 0-6 anni; scolaresche che abbiano richiesto il servizio di visita guidata/percorso didattico (N.B. il costo del servizio resta invariato a 2€ a partecipante)
Iniziativa realizzata con il patrocinio del U.S. Consulate General Florence
Arriva nella Sala delle Ciminiere del MAMbo Un certo numero di cose / A Certain Number of Things, un progetto di Cesare Pietroiusti promosso dal MAMbo, vincitore della IV edizione del bando Italian Council (2018), concorso ideato dalla Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane (DGAAP) del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, per promuovere l’arte contemporanea italiana nel mondo.
L’idea dell’esposizione - la prima antologica dell’artista italiano in una istituzionale museale - prende avvio da una riflessione sul concetto stesso di mostra retrospettiva e sulla effettiva possibilità di rappresentare un percorso di ricerca artistica in tale formato. Da questa indagine nasce l’idea-provocazione di Cesare Pietroiusti: autonarrarsi non solo attraverso le opere prodotte ma anche tramite oggetti, suggestioni, episodi, gesti, azioni, comportamenti, ricordi riferiti alla propria vita, a partire dall’anno di nascita, il 1955.
Il percorso espositivo si articola attraverso l’esposizione di quelli che l’artista definisce “oggetti-anno” allestiti in ordine non rigorosamente cronologico. Si inizia dalla foto del piccolo Cesare in braccio alla balia proteso verso un grappolo d’uva (1955) per proseguire fino al 1976 con documenti, foto, dischi, cassette, lettere, album di disegni, temi scolastici, storie, pagelle, tessere, libri, ricordi di viaggio, poesie che tracciano una linea lungo la crescita del bambino, adolescente e giovane Cesare.
A partire dal 1977 gli oggetti si spostano prevalentemente dalla sfera personale all’attività artistica, con lavori di Pietroiusti realizzati nell’arco di quarant’anni.
Gli oggetti che rappresentano gli anni dal 1955 al 2018 sono allestiti intorno all’ultimo oggetto-anno, relativo al 2019, che è collocato al centro della sala: si tratta di un'opera in fieri, che si realizza grazie a un laboratorio condotto da Pietroiusti su due sedi, al MAMbo e al Grazer Kunstverein di Graz (Austria). Il workshop coinvolge studenti e giovani artisti, con l’obiettivo di riprodurre insieme all’artista in forma fisica, performativa e narrativa, secondo un meccanismo di mise en abyme della mostra stessa, tutti gli oggetti esposti, in una forma di co-autorialità che interessa anche la fase ideativa. L’opera scaturente dal workshop avrà come istituzione di destinazione il Madre · museo d’arte contemporanea Donnaregina di Napoli.
La mostra è a cura di Lorenzo Balbi con l’assistenza curatoriale di Sabrina Samorì.
Ingresso € 6,00 intero / € 4,00 ridotto
domenica 10 novembre h 16; domenica 8 dicembre h 16
Prenotazione obbligatoria allo 051 6496628 (mercoledì ore 10-17 e giovedì ore 13-17) oppure mamboedu@comune.bologna.it.
Ingresso: € 4,00 + biglietto mostra (€ 6,00 intero / € 4,00 ridotto). Per gli abbonati alla Card Musei Metropolitani Bologna € 3,00 per la visita guidata + € 3,00 per l’ingresso in mostra
Al manifesto e agli altri strumenti della comunicazione pubblicitaria è dedicata la terza edizione del ciclo di mostre Impresae da Raccontare dal titolo “L’evoluzione della comunicazione pubblicitaria nel Gruppo Unipol”. La mostra, a cura dell’Archivio Storico è l’appuntamento annuale che CUBO, il Museo d’impresa del Gruppo Unipol, organizza per valorizzare il proprio patrimonio archivistico, divulgando la storia dell’azienda e rendendola fruibile al pubblico.
In questa mostra - che si terrà presso le sedi Unipol di Bologna (CUBO) e Milano (Corso di Porta Romana, 19 / Inaugurazione 15 ottobre ore 18:00) con due allestimenti simili ma nello stesso tempo diversi per la conformità dei luoghi espositivi - vengono mostrate e analizzate alcune comunicazioni pubblicitarie delle Compagnie del Gruppo Unipol presenti nella raccolta archivistica e delle sue appendici apparse su cartelloni, dépliant o in televisione allo scopo di evidenziare i cambiamenti del discorso pubblicitario durante la storia dell’azienda e delle sue compagnie via via confluite in essa. Il tema della pubblicità assicurativa si interseca anche coi temi della memoria, della storia e dell’identità di alcune compagnie assicurative storiche (Milano Assicurazioni, Fondiaria) che nate nell’800 hanno attraversato tutto il ‘900 e di compagnie più moderne (SAI, Winterthur, Meie) che nell’ultimo ventennio sono poi confluite nel Gruppo Unipol.
La mostra racconta anche come la comunicazione legata ad un’esigenza commerciale immediata non esaurisce la comunicazione d’impresa. Altrettanto importante è l’immagine di sé che l’impresa
intende proporre, i valori a cui intende essere associata nell’immaginario dei consumatori, come la
serietà, l’affidabilità, oppure l’etica e la solidarietà sociale. L’importanza di questo tipo di pubblicità
istituzionale o d’immagine è cresciuta nel tempo, portando spesso il proprio contributo alla crescita
nella società civile della sensibilità per alcune tematiche come la difesa dell’ambiente e la sicurezza
stradale.
Mercoledì 9 ottobre ore 18:00 – c/o Spazio Arte CUBO
Inaugurazione mostra di Bologna
Mercoledì 9 ottobre ore 19:00 – c/o Mediateca CUBO
“CHE IMPRESA!” spettacolo teatrale sulla storia dell’assicurazione a cura di Michela Marelli
Ingresso libero
Orari di apertura sul sito cubounipol.it
Il celebre fotografo Steve McCurry (Philadelphia, 1950), che si è recentemente raccontato in un documentario a cura dell’editore Phaidon, è protagonista di una nuova mostra ai Musei San Domenico di Forlì, prodotta da Civitas con il sostegno della Fondazione Cassa dei Risparmi.
Questa volta, il soggetto ricorrente dei suoi scatti è il cibo, considerato nella diversità che caratterizza ogni cultura, ma anche come necessità universale che lega tutti gli individui. “Ogni fotografia di Steve McCurry cerca l’universale nel particolare”, spiega Monica Fantini, curatrice delle Mostre del Buon Vivere, “è paradigmatica di una persona o di un’intera comunità: vale per le figure commoventi che consumano un pasto nella solitudine o nel dolore, come per i frammenti di mercati in cui i pesci, la frutta o le spezie si fanno odori, suoni, sapori e partecipazione emotiva a una realtà che, nelle differenze, riporta all’uguaglianza degli esseri umani”.
Le opere, esposte per la gran parte in anteprima mondiale, saranno divise in cinque sezioni: un’introduzione al ciclo della vita del cibo, il pane come alimento primario, il lavoro nelle piantagioni e in mare, la trasformazione del cibo e la coesione che esso genera.
Orari
Apertura: dal martedì alla domenica dalle ore 9.30 alle 19.00. La biglietteria chiude un’ora prima
Chiusura: tutti i lunedì e il 25 dicembre ad eccezione del 6 gennaio
Aperture straordinarie: 24 e 31 dicembre dalle 9.30 alle 13.30. 1° gennaio 2020 dalle 14.30 alle 19. Il 26 dicembre dalle 9.30 alle 19
Biglietti
Intero € 12,00
Ingresso ridotto € 10,00 per gli abbonati Card Musei Metropolitani
In occasione del cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci, il Polo Museale dell’Emilia Romagna organizza presso la Pinacoteca Nazionale la mostra “Il Genio in guerra nell’età di Leonardo, Michelangelo, Dürer” dedicata alle abilità del Maestro come ingegnere militare nella pianificazione difensiva delle città e nelle modalità di attacco per mezzo dell’artiglieria.
La mostra, a cura del Direttore del Polo Museale Mario Scalini, intende mettere a fuoco uno degli aspetti meno indagati dell’attività ingegneristica del vinciano: esperto in idraulica così come nell’ “ingegneria delle macchine” ebbe sovente interessi con risvolti militari (si pensi alle bombarde speciali od alle stravaganze come i carri falcati o le armi inastate contro la cavalleria).
Nella sua intensa produzione artistica Leonardo ebbe a preoccuparsi anche di vari aspetti architettonici, compresi quelli relativi alle difese delle città e della loro conseguente urbanistica, così come della vera e propria definizione delle bastionature, dei rivellini e di altri approntamenti legati alla conformazione delle fortezze.
Fino ad oggi un solo studio monografico ha affrontato la questione con attenzione alle soluzioni teoriche, più che pratiche, riscontrabili in contemporanei quali Filarete, i Sangallo e Francesco di Giorgio Martini; in un solo caso, in Emilia Romagna, si è discusso della questione, di rilievo per l’area, visto che il vinciano vi operò al servizio del Valentino (Cesare Borgia) per qualche tempo.
Recenti studi hanno messo in luce come il Maestro abbia approntato alcune soluzioni del tutto originali che sono riscontrabili sul territorio e che pochi anni dopo vennero applicate, per altro, dall’ordine di Malta in oriente.
La possibilità di prendere atto di queste invenzioni straordinarie, attraverso materiali originali, potrà indurre la ricerca a svilupparsi in questo settore ancora ben poco praticato.
Accanto a planimetrie e mappe che propongono centri abitati, verranno esposte alcune carte con dettagli di fortificazioni, di apparecchi difensivi ed offensivi, sia eseguiti dalla mano di Leonardo che da quelle dei suoi contemporanei, per evidenziare la capacità innovativa sua e dei più rilevanti geni multiformi nel periodo delle cosiddette ‘Guerre d’Italia’ che videro nella penisola la presenza degli Imperiali come dei francesi.
Questa sarà l’occasione per dare rilievo ad un debito concettuale e tecnologico che Michelangelo e Dürer contrassero con gli ingegneri del primo Rinascimento al pari di Leonardo.
Un viaggio alla scoperta delle esperienze condotte sulle strutture fortificate dal 1470 al 1530 e della capacità innovativa degli ingegneri del tempo che il visitatore potrà seguire grazie ai prestigiosi prestiti di originali provenienti dalle biblioteche di Windsor, Milano, Firenze e da raccolte emiliane di Stato.
Uno degli aspetti meno indagati e meno messi in luce resta quello della attività ingegneristica di Leonardo da Vinci, perito in idraulica come nella ‘ingegneria delle macchine’ (sovente con risvolti militari – si pensi al carro armato, come alle bombarde speciali od alla ‘mitragliatrici’ od ai carri falcati). Leonardo ebbe a preoccuparsi di vari aspetti architettonici, compresi quelli relativi alla pianificazione difensiva delle città e della loro urbanistica conseguente, così come della vera e propria definizione delle bastionature, dei rivellini e di altri approntamenti legati alla conformazione delle fortezze. Sin qui un solo studio monografico affronta la questione con attenzione alle soluzioni teoriche (più che pratiche) riscontrabili in contemporanei quali Filarete, i Sangallo e Francesco di Giorgio ed in un solo caso, in Emilia Romagna si è affrontata la questione, di rilievo per l’area, visto che il maestro vi operò al servizio del Valentino (Cesare Borgia) per qualche tempo.
Biglietti
intero: 8€
ridotto: 2€ (ragazzi da 18 ai 25 anni e abbonati Card Musei Metropolitani Bologna)
La stagione autunnale a Palazzo Pallavicini si apre con un’importante esposizione dedicata all’artista colombiano Fernando Botero, dal 12 ottobre 2019 al 12 gennaio 2020.
Il corpus della mostra è costituito da 50 opere uniche mai viste prima nel capoluogo emiliano, comprendenti una serie di disegni realizzati a tecnica mista e un pregiato insieme di acquerelli a colori su tela. L’esposizione, articolata in sette sezioni, rispetta i temi cari all’artista e pone la sua attenzione all’occhio poetico che questi è capace di posare sul mondo, regalando una bellezza fatta di volumi abbondanti, colori avvolgenti e iconografie originali. Un visionario inno all’esistenza che approfondisce il disegno inteso come fondamento della forma, primario e imprescindibile strumento di bellezza. Tra i soggetti selezionati compaiono personaggi legati alla tauromachia e al circo, silenti ed equilibrate nature morte, delicati nudi, personalità religiose, individui colti nella propria quotidianità: una rassegna visiva che tiene conto dell’intensa ricerca visiva di Botero, tesa all’affermazione del suo caratteristico linguaggio.
Tra le opere esposte si nascondono i segreti della vita, celati sotto presenze dai volumi corpulenti, persone o oggetti in attesa di un movimento casuale o volontario. In perfetto equilibrio tra ironia e nostalgia, atmosfere oniriche e realtà fiabesca, classicità italiana e cultura sudamericana, l’arte di Botero risulta creatrice e portatrice di uno stile figurativo e personale, capace senza indugio anche in questa occasione di coinvolgere e affascinare chi guarda.
Libertà creativa e monumentalità rappresentano il fil rouge dell’esposizione, il cui allestimento è stato progettato con l’Accademia di Belle Arti di Bologna diretta dal Prof. Enrico Fornaroli e realizzato in collaborazione con il Biennio specialistico in Scenografia e allestimenti degli spazi espositivi e museali grazie al Prof. Enrico Aceti, alla Prof.ssa Rosanna Fioravanti, al Prof. Michele Chiari e al Dott. Erasmo Masetti insieme agli studenti Alessandro Barbera, Larissa Candido Bergamaschi, Cecilia Giovine, Ester Grigoli, Sarah Menichini, Bianca Piacentini, Rossella Pisani, Elena Romagnani e Tatiana Sànchez Sandoval.
La mostra, promossa dal Gruppo Pallavicini S.r.l composto da Chiara Campagnoli, Deborah Petroni e Rubens Fogacci, è curata da Francesca Bogliolo in collaborazione con l’Artista.
Orari di apertura
da giovedì a domenica dalle 11.00 alle 20.00
Chiuso il lunedì, martedì e mercoledì.
(La biglietteria chiude 1h prima: ore 19.00 ultimo ingresso)
Aperture straordinarie dalle 11.00 alle 20.00 (ultimo ingresso ore 19.00)
1 e 2 novembre 2019
8 + 23 + 26 + 30 dicembre 2019
31 dicembre 2019 (dalle 11.00 alle 17.00)
1 + 6 + 7 + 8 gennaio 2020
Chiusure programmate tutta la giornata
17 e 18 ottobre 2019
24 e 25 dicembre 2019
Ingresso ridotto con Card Musei Metropolitani: 9 €
Grazie ad un accordo siglato tra Compagnia dei Lombardi e Istituzione Bologna Musei, un prezioso nucleo di otto tavole di epoca medievale appartenenti a due perduti polittici di Simone di Filippo detto 'dei Crocifissi' e di Giovanni di Pietro Falloppi detto da Modena, di proprietà dell’antica compagnia d’armi felsinea, viene concesso in comodato d’uso gratuito ai Musei Civici d’Arte Antica.
Per presentare alla città questa importante azione congiunta di tutela e valorizzazione di un patrimonio per secoli precluso a chiunque non fosse aggregato alla Compagnia, i Musei Civici d’Arte Antica promuovono presso le Collezioni Comunali d’Arte un progetto espositivo per consentire al pubblico di ripercorrere le vicende legate alle origini della Compagnia dei Lombardi - una delle antiche società d'armi sorte in età comunale a Bologna, l’unica ancora oggi attiva nella sede attigua al complesso monumentale della Basilica di Santo Stefano - e alla formazione di una prestigiosa, seppure quantitativamente esigua, collezione di opere d’arte.
Nella mostra, a cura di Massimo Medica e Silvia Battistini, è così possibile ammirare in anteprima le opere generosamente offerte in comodato, affiancate da una selezione di documenti storici provenienti dall’Archivio della Compagnia e dall’Archivio di Stato di Bologna, che illustrano le ritualità di una storia che la tradizione vuole iniziata nel 1170 con la fondazione di un’alleanza di mutuo soccorso tra esuli trasferitisi dalla Lombardia a causa delle lotte tra le fazioni Guelfe e Ghibelline e delle barbarie di Federico I Barbarossa.
Al termine dell’esposizione, le opere resteranno visibili nella Sala 6 del percorso espositivo del museo, dove sono testimoniati momenti della cultura figurativa del Cinquecento, non solo bolognese.
domenica 13 ottobre h 10.30, sabato 26 ottobre h 11, sabato 9 novembre h 16.30, sabato 23 novembre h 10.30, sabato 7 dicembre h 16.30, sabato 4 gennaio h 16.30, domenica 26 gennaio h 16.30, domenica 9 febbraio h 10.30
Ingresso biglietto museo (€ 6,00 intero / € 3,00 ridotto)
È ormai ben noto quanto l’opera di Giorgio Morandi sia di per sè attuale e studiata da artisti che la guardano interpretandola e rendendola propria attraverso i più diversi e vari linguaggi.
Oggi la lezione del grande pittore è stata filtrata e riproposta dal duo Bertozzi & Casoni attraverso il mezzo di cui sono maestri, ovvero la ceramica. La loro attenzione si rivolge ad alcuni celebri dipinti raffiguranti vasi di fiori e paradossalmente sembra quasi che la pittura di Morandi sia stata per i ceramisti la chiave di volta per entrare in sintonia con le cose che ne sono state il modello. Nessuna bottiglia, nessuna ciotola o caraffa, ma quei vasi con fiori che ancora oggi si possono ammirare a Casa Morandi in via Fondazza 36 a Bologna.
Sappiamo, infatti, che il modello a cui l’artista guardava preferibilmente non era il fiore fresco, di per sé caduco, destinato a modificarsi giorno dopo giorno (e quindi a creare varianti indipendenti dalla sua volontà), ma il fiore di seta, oppure, il fiore essiccato che mantiene il suo stato inalterato e, al pari degli altri oggetti, raccoglie la polvere, creando effetti tonali a Morandi per nulla sgraditi e forse per questo volutamente ricercati. Un’indagine, dunque, che parte dall’assenza di vita che lui ricrea sulla tela attraverso soavi e morbide tonalità di cipria e preziose gradazioni di verde.
Bertozzi & Casoni interessati da sempre al tema floreale, sembrano invece voler concedere nuova vita a quelle rose dal gambo volutamente lungo sulle cui foglie s’aggirano presenze insettiformi dalla colorazione cangiante. Si tratta, al contrario, di una rivisitazione attenta e personale da cui nascono veri e propri “d’aprés Morandi” dopo quelli celeberrimi, firmati Gio Ponti, che più di settant’anni fa riproponevano bottiglie trafitte, ingioiellate, mascherate e addirittura abbottonate.
Ma cosa potrebbe pensare o borbottare a bassa voce tra sè e sè Morandi se vedesse le creazioni di Giampaolo Bertozzi e Stefano Dal Monte Casoni ispirate ad alcuni suoi dipinti di fiori? Chissà, forse, potrebbe sceglierle come modelli di un suo prossimo dipinto.
Ingresso biglietto museo (€ 6,00 intero / € 4,00 ridotto)
La mostra fotografica “Bologna s’industria. La rinascita economica dal secondo dopoguerra agli anni ’80 nelle immagini dell’archivio Fototecnica”, a cura di Cinzia Frisoni, offre al pubblico una sintesi della varietà della produzione industriale bolognese di quegli anni, con un’attenzione particolare al modo di documentare fotograficamente categorie di oggetti e prodotti molto distanti tra loro.
Gli autori delle immagini sono quattro operatori formatisi presso lo Studio Villani (Albuccio Arcani, Tiziano Calza, Sigfrido Pasquini e Pietro Roda), che dal 1948 si mettono in proprio orientando la loro attività verso la committenza industriale. Dal 1953 al 1962 la ditta prende il nome di Fototecnica Artigiana per poi trasformarsi in Fototecnica Bolognese dopo l’abbandono del gruppo da parte di Tiziano Calza. A partire dal 1981, dopo la morte dei fondatori, c’è un avvicendarsi di figure nella gestione dell’archivio (a quelle date ormai storico) fino alla cessione nel 1992 alla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.
Il percorso espositivo suddiviso in 10 sezioni tematiche e composto da 110 fotografie (stampe moderne da scansione digitale dei negativi originali su lastra in vetro), tutte provenienti dal fondo Fototecnica – conservato presso l’archivio della Biblioteca di San Giorgio in Poggiale – offre uno spaccato esaustivo e sfaccettato della varietà produttiva, punto di forza dell’industria di area bolognese: dal settore meccanico a quello agroalimentare, chimico-farmaceutico e radioelettrico, dalle immagini di vita nella fabbrica fino ai servizi di moda o legati all’arredo.
In occasione della mostra sono previsti 4 incontri (ingresso gratuito) che si svolgono nella Biblioteca d’Arte e Storia di San Giorgio in Poggiale, secondo il seguente calendario:
- Martedì 22 ottobre 2019, ore 17,30, Cinzia Frisoni, Fotografare il lavoro: immersioni nell’archivio Fototecnica
- Martedì 5 novembre 2019, ore 17,30, Gianluigi Bovini, Il miracolo della ricostruzione
- Martedì 26 novembre 2019, ore 17,30, Riccardo Vlahov, La fabbrica delle immagini
- Martedì 3 dicembre 2019, ore 17,30, Fotografia industriale e committenza, incontro con alcuni imprenditori, partecipano Patrizia Bauer (Casale Bauer), Giangiacomo Zabban (Farmac-Zabban), Gianfranco Dondarini (Viro).
Orario di apertura:
lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì ore 9-13; martedì ore 9-17
Orari e aperture straordinarie durante le festività natalizie:
Domenica 8 dicembre 2019 chiuso
Martedì 24 dicembre 2019, ore 9.00 – 13.00
Mercoledì 25 dicembre 2019 chiuso
Giovedì 26 dicembre 2019 chiuso
Martedì 31 dicembre 2019, ore 9.00 – 13.00
Mercoledì 1 gennaio 2020 chiuso
Lunedì 6 gennaio 2020 chiuso
Ingresso gratuito
A quasi due anni dalla sua riapertura al pubblico dopo l’intervento di restauro finanziato da Regione Emilia-Romagna e Comune di Bologna, il Padiglione de l’Esprit Nouveau ospita Dilettanti Geniali. Sperimentazioni artistiche degli anni Ottanta.
La mostra raccoglie le testimonianze della scena underground degli anni ‘80 in Italia che ha visto Bologna come centro propulsore. Anni d’invenzione e creazione di nuovi linguaggi – in perfetta sintonia con ciò che stava accadendo a Londra, New York o Berlino – che però non hanno ancora avuto il giusto riconoscimento a livello nazionale e internazionale.
La mostra si sviluppa come un racconto, una cartografia sulla cultura visuale di quegli anni, facendone riemergere la straordinaria vivacità della scena creativa attraverso una selezione di materiali d’archivio, poster, riviste, vinili, dipinti, disegni e documenti riguardanti la musica, l’arte, il fumetto e i graffiti.
Situazioni caratterizzate dal medesimo desiderio di allontanarsi dall’ortodossia modernista dei decenni precedenti, in cui s’inventano nuove professioni (il videomaker, il graphic designer, per ricordarne solo alcuni) e nuovi stili di vita. Il filo conduttore della mostra non è la nostalgia quanto il desiderio di mappare le avanguardie e la creatività di quel periodo, testimonianze di un futuro tutto da inventare.
Dilettanti Geniali. Sperimentazioni artistiche degli anni Ottanta è a cura di Lorenza Pignatti. L’art direction e l’allestimento sono di Alessandro Jumbo Manfredini.
L’esposizione si realizza grazie al contributo di Regione Emilia-Romagna, Slam Jam e WP Lavori in corso, in collaborazione con Istituzione Bologna Musei | MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna e MAMbo e Associazione Culturale STòFF di Modena.
sabato e domenica: h 14-18
La produzione di stampe teatrali di Osaka rappresenta un capitolo a sé stante della lunga e gloriosa storia dell’ukiyo-e. Trascurate per molto tempo dagli studiosi e dal grande pubblico, negli ultimi decenni del secolo scorso queste stampe sono diventate oggetto di ricerche approfondite e di mostre importanti, che hanno permesso di far luce su una produzione relativamente poco abbondante, ma di grande originalità e di una straordinaria qualità esecutiva.
Con la mostra Kamigata-e: il coloratissimo mondo delle stampe di Osaka, il Museo di Palazzo Poggi, in collaborazione con il Centro Studi d'Arte Estremo-Orientale, vi invita a scoprire la cultura vivace e originale che si respirava a Osaka nel primo Ottocento, attraverso un selezione di 29 xilografie provenienti dalle collezioni del Centro Studi d'Arte Estremo-Orientale e della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, in comodato d'uso all'Università di Bologna.
Orari di apertura
da martedì a venerdì: 10.00 - 16.00
sabato, domenica e festivi: 10.00 - 18.00
chiusure: 24 e 25 dicembre, 1 gennaio
Biglietti
Esposizione visitabile con il biglietto di ingresso al Museo (intero 5€; ridotto 3€)
Ingresso gratuito per gli abbonati Card Musei Metropolitani Bologna
Nella mostra Ayrton Magico, l’anima oltre i limiti”, curata da Matteo Brusa con il patrocinio dell’Instituto Ayrton Senna, lo spettatore è catapultato in uno spazio metafisico e atemporale, dove si racconta attraverso una complessa e innovativa rete di supporti digitali la vita di Ayrton Senna proprio nel luogo che lo ha visto protagonista assoluto di indimenticabili imprese sportive.
Il percorso espositivo, suddiviso in 5 macro-temi, è un susseguirsi di immagini, audio e filmati concessi dagli archivi RAI, che permettono allo spettatore di accompagnare Senna nei momenti topici della sua carriera: dal 1984, anno del debutto in Formula 1 e del suo primo Gran Premio di San Marino, passando per il mitico Gran Premio del Brasile del 1991, quando vinse per la prima volta davanti al suo pubblico, fino ad arrivare a quel 1° maggio, dove da campione, pilota e uomo si trasforma in mito.
È qui che lo spettatore diventa Ayrton, salendo metaforicamente sulla sua monoposto: finzione e realtà si mescolano, fino a creare un ambiente espositivo sospeso nel tempo e facendo vivere allo spettatore qualcosa di assolutamente inaspettato.
Questa visita altamente immersiva, la prima nell’ambito del motorsport a essere concepita in questo modo, è resa possibile dall’utilizzo di tecnologie innovative e uniche nel loro genere e sarà impreziosita da tanti memorabilia legati al grande pilota: dal casco al suo kart, fino all’ultima monoposto di Formula 1 guidata dal campione brasiliano.
Orari di apertura
Lunedì, Giovedì e Venerdì dalle 11.00 alle 18.00
Martedì e Mercoledì Chiuso
Sabato, Domenica e Festivi dalle 10.00 alle 19.00
La biglietteria chiude 40 minuti prima dell’orario di chiusura
lngresso a 13€ per gli abbonati Card Musei Metropolitani Bologna
50 pezzi unici provenienti dalle collezioni del Musée National Picasso-Paris saranno in mostra al MIC di Faenza, dal 1 novembre 2019 al 13 aprile 2020, in una grande mostra dal titolo “Picasso, La sfida della ceramica” a cura di Harald Theil e Salvador Haro con la collaborazione di Claudia Casali. Un nucleo di inestimabile valore e un prestito eccezionale che affronta tutto il percorso e il pensiero creativo dell’artista spagnolo nei confronti dell’argilla.
Nella mostra faentina verranno analizzate le fonti di ispirazione di Picasso, proprio a partire dai manufatti presenti nelle collezioni del MIC. La ceramica classica (con le figure nere e rosse), i buccheri etruschi, la ceramica popolare spagnola e italiana, il graffito italiano quattrocentesco, l’iconografia dell’area mediterranea (pesci, animali fantastici, gufi e uccelli) e le terrecotte delle culture preispaniche che saranno esposte in un fertile e inedito dialogo con le ceramiche di Picasso.
Una sezione speciale verrà dedicata al rapporto tra Picasso e Faenza. Diversi sono i pezzi di Picasso che il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza possiede grazie al tramite di Tullio Mazzotti di Albisola, di Gio Ponti e dei coniugi Ramié i quali furono sollecitati a richiedere alcuni manufatti al Maestro per un’esposizione a Faenza e, soprattutto, per la ricostruzione delle Collezioni d’arte ceramica moderna andate distrutte nell’ingente bombardamento alleato del maggio 1944.
La mostra sarà integrata con l’esposizione di documenti e fotografie mai esposti, appartenenti all’archivio storico del MIC. Completerà il ricco apparato didattico e fotografico un video storico di Luciano Emmer del 1954 (Picasso a Vallauris).
La mostra fa parte di «Picasso – Méditerranée»: un’iniziativa del Musée national Picasso-Paris.
Biglietti
Intero: € 14,00
Ridotto Card Musei Metropolitani Bologna: € 10,00
Sei percorsi fotografici che raccontano le storie dei migranti nell'Italia e nell'Europa di oggi, allestiti a fianco ad un'antologia dell'Offesa della razza, mostra documentaria sul razzismo del ventennio fascista. Per una riflessione sull'odissea delle migrazioni che non sia immemore della storia del razzismo italiano.
Mostra a cura di: Istituto storico Parri | Centro Amilcar Cabral | Exaequo bottega del mondo | Cospe onlus
Informazioni e prenotazioni mostra:
Biblioteca Cabral tel. 051.581464 - amicabr@comune.bologna.it
Istuituto storico Parri - info@museodellaresistenzadibologna.it
Per percorsi guidati a gruppi e scuole la prenotazione è obbligatoria . Le visite guidate possono essere prenotate da lunedi a venerdi, dalle 9.00 alle 19.00
I materiali esposti sono a cura di: Giulia Anita Bari, Riccardo Bonavita, Cinzia Brandalise, Luca Ciabarri, Giovanni Diffidenti, Domenico Fantini, Mattia Fiore, Serena Fondelli, Gianluca Gabrielli, Alessio Genovese, Angela Mazzetti, Luciano Nadalini, Cristina Panicali, Barbara Pinelli, F. Remorini, Rossella Ropa, Alessandro Sala
Progettazione grafica: Claudia Cerri
La mostra L'offesa della razza è a cura dell'IBC della Regione Emilia Romagna
con il patrocinio dell'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Dal 7 novembre al 20 dicembre 2019
lunedi/venerdi 15.30 - 18.30 - sabato 10.00 - 13.00
su prenotazione lunedi/venerdi 9.00 - 19.00
Inaugurazione giovedì 7 novembre ore 18
Ingresso libero
La mostra Ettore Frani. Le dimore del pittore nasce come naturale prosecuzione di un dialogo iniziato da tempo tra la Raccolta Lercaro e l’artista. Curata da Andrea Dall’Asta SJ, su progetto di Ettore Frani e Paola Feraiorni e con un testo di Roberto Diodato, l’esposizione presenta diciassette dipinti inediti del ciclo di opere realizzato negli ultimi due anni di ricerca che, ancora in fieri, presenta in questa prima fase prevalentemente opere realizzate nel 2017 e rielaborate nel corso del tempo.
Il tema è quello dell’autoritratto interiore – idealmente sintetizzato nel titolo “Le dimore del pittore” – e sviluppa uno dei nodi centrali della poetica di Frani: la pratica della pittura come luogo di un’autentica e profonda esperienza spirituale. L’opera e il suo farsi progressivo divengono, per l’artista, occasione di esplorazione della propria interiorità e momento privilegiato di esperienza dell’invisibile. La presenza dell’infinito è ricercata, da Frani, negli oggetti che animano la sua vita quotidiana – un tavolo, una matita, i pennelli, un barattolo di acquaragia, una tovaglia, la cenere o la visione di un cielo stellato – e restituita attraverso la metamorfosi operata dal suo sguardo e dalle sue mani.
Ogni opera diventa “dimora” interiore del pittore e per esteso di tutti coloro che in essa si riconoscono. Iniziata nel silenzio dello studio, la pittura prende consistenza via via, con la pazienza e i tempi lunghi propri dell’indagine introspettiva: è per questa ragione che la mostra si propone come un “cantiere” in divenire. L’esposizione è così suddivisa in tre capitoli e subirà dei cambiamenti nel corso della sua durata dovuti alla ricerca che Frani sta ancora compiendo nel proprio studio. Nei due momenti distinti, programmati per gennaio e marzo, alcune opere cederanno il proprio posto a delle nuove o verranno altrimenti riprese dall’artista per riapparire, in seguito, trasformate.
Inaugurazione: sabato 16 novembre 2019, ore 17.30
Orari di apertura:
giovedì e venerdì ore 10.00-13.00
sabato e domenica ore 11.00-18.30
Aperture straordinarie:
26 dicembre 2019 + 2, 3 e 6 gennaio 2020: aperto con orario festivo 11.00-18.30
Chiuso il 24, 25, 31 dicembre 2019 + 1° gennaio 2020
Sabato 25 gennaio 2020 aperto dalle 11.00 alle 23.30 in occasione di Art City White Night
Ingresso libero
Diana sottosopra è la mostra dedicata all’omonimo libro a fumetti di Kalina Muhova, sesto titolo della collana di fumetto per l’infanzia a cura di Canicola.
Tavole, disegni originali e uno speciale allestimento condurranno bambine e bambini in un viaggio fra due mondi, quello di Diana e quello del Piccolo Popolo, un paradiso decaduto da quando approda lì tutto l’inquinamento causato dagli esseri umani nel “mondo di sopra”. A partire dall’avventura di Diana, bambine e bambini vivranno un'esperienza di laboratorio incentrata sul tema dell'incontro con la diversità e della cura dell'ambiente in cui viviamo.
Mostra a cura dell’Associazione Culturale Canicola e del Dipartimento educativo MAMbo
In collaborazione con U.O. Pari opportunità, Tutela delle differenze, Contrasto alla Violenza di Genere, Comune di Bologna
martedì, mercoledì, venerdì, sabato, domenica e festivi h 10-18.30
giovedì h 10-22
U.MANO è la nuova mostra di Fondazione Golinelli curata da Andrea Zanotti con Silvia Evangelisti, Carlo Fiorini e Stefano Zuffi, in esposizione al Centro Arti e Scienze Golinelli dal 20 novembre 2019 al 9 aprile 2020.
Il percorso espositivo è dedicato alla mano e sviluppato su più piani di lettura: dall’esplorazione dell’interiorità dell’uomo all’aprirsi alla comprensione dell'universo che gli sta intorno, in stretto e inevitabile collegamento con il cervello. La mano è l'elemento di raccordo tra la dimensione del fare e quella del pensare ed è quindi rappresentativa della prospettiva di azione di Fondazione Golinelli nel recuperare il segno di un legame oggi perduto: quello tra arte e scienza, che proprio nella cultura italiana ha raggiunto il suo culmine.
In mostra i maestri del passato dialogano con il presente attraverso installazioni, esperienze di realtà aumentata, rimaterializzazioni, innovazioni robotiche applicate e postazioni interattive. Da Caravaggio a Guercino, da Carracci a Pistoletto, i visitatori compiono un viaggio unico e irripetibile tra passato, presente e futuro. La riflessione sul tema della mano consente così di indagare il ruolo dell’uomo in un presente dominato dalla tecnologia.
Orari di apertura
Mar, Mer, Gio, Ven 10 - 19
Sab, Dom 11-20
La biglietteria chiude 40' prima
Chiusura
Tutti i Lunedì, Mercoledì 25 dicembre
Aperture straordinarie
Martedì 24 dicembre: 10 - 16
Giovedì 26 dicembre: 10 - 19
Martedì 31 dicembre: 10 - 16
Venerdì 1 gennaio: 10 - 19
Lunedì 6 gennaio: 10 - 19
24 gennaio: 10 - 20
25 gennaio: 11 - 24
26 gennaio: 12 - 20 (in occasione di Art City)
Biglietti
10€ intero (con o senza visita guidata)
8€ ridotto (con o senza visita guidata, la riduzione si applica anche agli abbonati Card Musei Metropolitani)
10€ attività + visita per bambini e ragazzi (non applicabile riduzione)
Gioco, salute, studio. In occasione dei 60 anni della Dichiarazione dei diritti del fanciullo e dei 30 anni della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, Bologna celebra i diritti dei bambini con la mostra fotografica “Children”, dal 20 novembre 2019 al 6 gennaio 2020 alla biblioteca Salaborsa.
Promossa da Legacoop Bologna e da Legacoopsociali, curata da Monica Fantini e Fabio Lazzari con fotografie a cura di Biba Giacchetti, la mostra presenta, per la prima volta insieme, gli scatti di Elliott Erwitt, Steve McCurry e Dario Mitideri. Tre autori profondamente diversi dal punto di vista espressivo, ma accomunati dalla volontà di testimoniare in prima persona la partecipazione emotiva alle vicende dei bambini che hanno incontrato negli angoli più remoti del mondo.
Il biglietto alla mostra dà diritto anche all’ingresso gratuito alle Collezioni Comunali d’Arte (valido fino al 12 gennaio 2020) al secondo piano di Palazzo d’Accursio, previo ritiro di biglietto all’ingresso della mostra.
Orari
Apertura: dal martedì alla domenica dalle ore 10.00 alle 20. La biglietteria chiude un’ora prima
Chiusura: tutti i lunedì e il 25 dicembre
Mercoledì 20 novembre la mostra aprirà alle ore 12.00
Aperture straordinarie
23 e 30 dicembre; 6 gennaio
24 e 31 dicembre (dalle ore 10 alle 17)
26 dicembre e 1 gennaio (dalle ore 10 alle 20)
Biglietti
Intero 10 euro
Intero con prevendita online 11 euro
Ridotto 8 euro (riduzione valida anche per gli abbonati Card Musei Metropolitani)
Ridotto con prevendita online 9 euro
Per informazioni
SINestESIA rappresenta una ricerca sul paesaggio in mutamento dell’Europa dell’est. Un paesaggio che rappresenta un’ideologia, una metafora sospesa. La mostra svela ai nostri occhi il brutale stile architettonico, le piazze funzionali, i grandi blocchi abitativi, ma anche le forme più libere delle costruzioni a uso culturale dove gli architetti hanno potuto sperimentare forme e soluzioni tecniche ardite, che mostrassero la grandiosità e l’austerità dei regimi totalitari che le comissionarono. C’è qualcosa di carismatico e solenne in questi paesi, e la mostra è un treno che ci porta indietro nel tempo, nei posti dove convivono malinconia e bellezza, sottolineate dalla maestosità del cemento e dalla poesia di nebbie surreali. Paragonando le visioni dei fotografi esteuropei che cercano di cogliere l’anima dei propri luoghi d‘origine con le immagini scattate da fotografi non appartenenti all’area di ricerca, caratterizzate in generale, da un approccio esplorativo-documentario, si scopre quanto siano permeate da una sottile aura di malinconia e di nostalgia. Come se questi luoghi, ancora impregnati di una storia controversa, ma ancora troppo recente, portassero questi autori a fotografarli attraverso una lente che amplifichi la sensazione di sospensione temporale e allo stesso tempo, attraverso un filtro che limiti una visione calata nel contemporaneo di questi luoghi.
Fotografi: Andrej Balco, Valeriy Bukhnin, Alessandro Padalino, Benedetta Ristori, Alessandro Treggiari,
Marietta Varga, Oksana Yushko.
a cura dell’Associazione TerzoTropico
Orario: 9.00-19.00 tutti i giorni
I Musei Civici d’Arte Antica, in collaborazione con la Curia Arcivescovile di Bologna e la Fondazione Giorgio Cini di Venezia e con il patrocinio dell’Università di Bologna, presentano presso il Museo Civico Medievale una importante mostra incentrata sull’affascinante e poco studiata produzione scultorea a Bologna tra XII e XIII secolo.
L’esposizione, curata da Massimo Medica e Luca Mor, è l’occasione per presentare per la prima volta alcuni rarissimi capolavori lignei della città, alcuni dei quali restaurati per l’occasione. Tali opere, principalmente grandi crocifissi, consentono di fissare una nuova tappa verso la comprensione dei modelli di riferimento nella Bologna di quel tempo.
Qui, del resto, il Medioevo fu animato da un fiorente clima multiculturale, favorito sia dalla posizione strategica della città sulla Via Emilia, quindi tra gli Appennini e le direttrici verso l’Oltralpe, sia per la nascita nel tardo XI secolo di una celebre scuola giuridica. Una realtà così cosmopolita garantì un impulso costante per i contatti internazionali, l’indotto dei commerci, lo sviluppo urbano e, non ultime, le commissioni artistiche, tra cui quelle di arredi liturgici e tesori ecclesiastici destinati a soddisfare le crescenti esigenze devozionali. Oggi però di questi manufatti rimane assai poco, come documenta la scultura lignea medievale che, anche a causa della deperibilità del materiale, a Bologna conta soltanto pochi esempi secondo una tendenza che accomuna tutti i grandi centri italiani.
In mostra si possono ammirare anche alcuni preziosi codici miniati ed altri oggetti liturgici per l’occasione prestati da importanti musei italiani.
Ingresso biglietto museo (€ 6,00 intero / € 3,00 ridotto)
domenica 24 novembre h 10.30; domenica 1 dicembre h 10.30; domenica 15 dicembre h 16.30; domenica 5 gennaio h 16.30; domenica 12 gennaio h 16.30; sabato 1 febbraio h 10.30; giovedì 13 febbraio h 17; sabato 22 febbraio h 10.30; venerdì 28 febbraio h 17; domenica 8 marzo h 10.30
La nuova stagione culturale di Fondazione Cirulli inaugura con L’archivio animato. Lavori in corso, un vero e proprio "laboratorio" di storia e cultura del Novecento per raccontare il secolo della modernità – quello in cui nasce e si sviluppa la creatività italiana come oggi la conosciamo - attraverso un caleidoscopio espositivo che spazia dalle arti figurative al design industriale, dalla pubblicità al cinema, dalla fotografia alla televisione, dai tessuti alle riviste.
Il progetto, realizzato grazie alla consulenza e supervisione di Jeffrey Schnapp, fondatore e direttore del metaLAB dell’Università di Harvard e figura di riferimento nel campo dell’umanistica digitale, costruisce una narrazione potente e agile del secolo breve attraverso i materiali diversi ed eterogenei che compongono la collezione "panoramica" di Fondazione Cirulli.
Il capolavoro artistico, le arti decorative, la comunicazione, il design industriale e la cultura materiale e visiva, e ancora fotografie, disegni, quadri, sculture, oggetti, manifesti, volantini, carteggi, progetti architettonici, tessuti, riviste, libri: sono le forme di comunicazione socio-culturale che compongono le 19 sezioni di mostra, intrecciandole in un racconto polifonico sul Novecento con oltre 200 opere.
Così, accanto ad una selezione di "Frammenti di ‘900" con dipinti dei primi tre decenni del secolo, il capitolo dedicato a "Il tessuto della modernità" offrirà una selezione di progetti grafici per tessuti di arredamento – settore allora in forte espansione - realizzati per la Triennale di Milano negli anni Cinquanta dai più rinomati artisti del panorama italiano, come Gio Ponti, Ettore Sottsass, Lucio Fontana, Enrico Prampolini, Bice Lazzari, Fede Cheti e tanti altri. "Fermo immagine" racconta attraverso i volti del cinema e della televisione degli anni Sessanta gli entusiasmi del boom economico: un capitolo, quello della televisione, ripreso anche nella sezione "Munari, Carboni e la RAI" che racconta l’innovazione grafica della televisione pubblica ad opera dei due artisti negli anni Cinquanta. E ancora il racconto della modernità attraverso le produzioni industriali, dalle macchine all’illuministica, la documentazione fotografica della vita nell’entroterra emiliano del Dopoguerra con le immagini di Enrico Pasquali e quelle glamour di Arturo Ghergo, maestro della fotografia italiana. E naturalmente la pubblicità: dal pannello decorativo realizzato da Xanti Schawinsky, maestro del Bauhaus, per il negozio Olivetti di Torino, un vero capolavoro del razionalismo europeo, ai cartelloni pubblicitari originali di inizio secolo scorso, dal design anonimo delle "carte pasticcere" brandizzate, realizzate negli anni Trenta per i più importanti bar d’Italia, all’evoluzione dei loghi attraverso un’accurata documentazione.
Apertura al pubblico
sabato e domenica 11.00-19.00
Biglietti
Intero 10 euro
Ridotto 8 euro (riduzione prevista anche per gli abbonati Card Musei Metropolitani Bologna)
Prende il via la XIV edizione del Festival La violenza illustrata – Vite in movimento: cinema, dibattiti e mostre in occasione del 25 novembre. Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Quest’anno il Festival La violenza illustrata aderisce alla campagna “16 giorni di attivismo contro la violenza di genere” promossa dalle Nazioni Unite dal 25 novembre al 10 dicembre.
Anche quest’anno il Festival, tra eventi Off ed eventi in programma, propone più di 60 iniziative di sensibilizzazione e approfondimento che si svolgeranno a Bologna e in provincia: scarica il programma completo.
Con la collaborazione di Radio Città del Capo, in onda ogni giorno le Voci della violenza
Vite in movimento – video
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Dal 22 novembre 2019 al 16 febbraio 2020 un percorso espositivo di 31 opere di arte moderna e contemporanea dalla collezione Fondazione Carisbo in dialogo coi fregi carracceschi, che per primi rivelarono al mondo la grandezza dei tre artisti.
In occasione delle celebrazioni per i 400 anni dalla morte di Ludovico Carracci, Palazzo Fava. Palazzo delle Esposizioni di Bologna apre al pubblico le porte del Piano Nobile con i celebri cicli carracceschi di Giasone e Medea - la prima impresa collettiva di Ludovico, Agostino e Annibale – e delle avventure di Enea realizzato da Ludovico e dai loro allievi.
In questa esposizione il museo mette in dialogo gli affreschi che rivelarono al mondo la rivoluzione dei Carracci con 31 opere tra dipinti, sculture e installazioni del Novecento provenienti dalla collezione di Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, molte delle quali mai esposte al pubblico prima: un confronto trasversale tra le epoche e gli stili, alla ricerca di affinità tematiche o formali tra le opere antiche, moderne e contemporanee.
L’esposizione “Il fregio dei Carracci – Opere a confronto” ha alla base un lavoro di ricerca nei caveaux, condotto da Benedetta Basevi e Mirko Nottoli, storici dell’arte di Genus Bononiae, per individuare opere che presentassero attinenze tematiche. Così “Il Dittatore folle” di Galileo Chini - esposto per la prima volta - dipinto in occasione delle celebrazioni per l’arrivo di Hitler a Firenze nel 1938, rimanda nella sua feroce mostruosità al minaccioso Polifemo incontrato da Enea e i suoi compagni in Sicilia; mentre i nudi di Nicola Samorì, uno dei più apprezzati artisti contemporanei documentano il ciclico ritorno del classico nella storia dell’arte, analogamente a quanto fecero allo scadere del Cinquecento i tre Carracci. E ancora il tumulto della “Battaglia” di Giuseppe Maria Crespi, che rimanda a quello dei combattimenti di Giasone, o la “Salomé” di Mimmo Palladino, eroina tragica al pari della Didone dell’Eneide. Tra le opere esposte anche le “Pietre Alpestri” di Fortunato Depero e la “Scultura Luminosa” di Marco Lodola, che nei loro colori accesi e nella gioiosità della composizione richiamano il tema del gioco dei fregi della Sala Cesi, tra gare con l’arco, corse e tornei tratte dal sesto libro dell’Eneide.
La riapertura del Piano Nobile diventa anche l’occasione per presentare la Guida di Palazzo Fava a cura di Angelo Mazza, con le fotografie realizzate da Carlo Vannini, che offre la prima documentazione integrale dell’apparato decorativo del Palazzo.
Tante le proposte di approfondimento pensate durante tutto il periodo dell’esposizione: dagli eventi e laboratori per bambini, famiglie e adulti, al ciclo di incontri con esperti d’arte, coordinato dal Prof. Angelo Mazza. Il calendario delle conferenze e tutte le informazioni disponibili sul sito.
Orari: da martedì a domenica 10.00 - 19.00. Lunedì chiuso
Orari e aperture straordinarie durante le festività natalizie:
Domenica 8 dicembre 2019, ore 10.00 – 19.00
Martedì 24 dicembre 2019, ore 10.00 – 16.00
Mercoledì 25 dicembre 2019, ore 10.00 – 19.00
Giovedì 26 dicembre 2019, ore 10.00 – 19.00
Martedì 31 dicembre 2019, ore 10.00 – 16.00
Mercoledì 1 gennaio 2020, ore 10.00 – 19.00
Lunedì 6 gennaio 2020, ore 10.00 – 19.00
Ingresso gratuito con Card Cultura
Il Sistema Museale di Ateneo, la Biblioteca Universitaria di Bologna e il Dipartimento di Architettura presentano la mostra "Leonardo, anatomia dei disegni", curata da Pietro C. Marani. Il Museo di Palazzo Poggi è la sede scelta per ospitare gli esiti di ISLe (InSight Leonardo), “un artefatto comunicativo digitale elaborato per surrogare, indagare, descrivere e comunicare i disegni di Leonardo” al quale ha dato vita, attraverso un lungo ed accurato lavoro, il Dipartimento di Architettura dell’Alma Mater. L’occasione del V centenario dalla morte di Leonardo consente, quindi, di valorizzare una ricerca originale sul patrimonio che permetterà esperienze davvero straordinarie a partire da oggetti celeberrimi quali i disegni del grande artista, colmi di una narrazione scarsamente intelligibile ai più, al di là del mero dato estetico, se non attraverso una comunicazione realmente potenziata.
Orari di apertura
da martedì a venerdì: 10.00 - 16.00
sabato, domenica e festivi: 10.00 - 18.00
chiusure: 24 e 25 dicembre, 1 gennaio
Biglietti
Esposizione visitabile con il biglietto di ingresso al Museo (intero 5€; ridotto 3€)
Ingresso gratuito per gli abbonati Card Musei Metropolitani Bologna
Pane e salame. Immagini gastronomiche bolognesi dalle raccolte dell'Archiginnasio
Mostra a cura di Alessandro Molinari Pradelli con la collaborazione di Marcello Fini.
La mostra, ideata da Alessandro Molinari Pradelli, e organizzata in collaborazione con la Biblioteca comunale dell’Archiginnasio, è la prima di una serie di esposizioni documentarie allestite presso la biblioteca e incentrate sulla storia della cucina bolognese. Questa prima mostra sarà dedicata a due elementi fondamentali e caratteristici della gastronomia petroniana, il pane e i salumi. La loro evoluzione storica verrà illustrata nelle undici bacheche della mostra attraverso disegni, incisioni, libri, opuscoli e bandi. Partendo, per esempio, dalle celebri incisioni di Annibale Carracci delle Arti per via, e passando per la copiosa produzione artistica di Giuseppe Maria Mitelli, arriveremo fino al Novecento, con i disegni di Alessandro Cervellati.
Tutto il materiale esposto, sia quello mostrato in originale sia quello che è stato riprodotto per motivi di conservazione, proviene dalle collezioni della Biblioteca dell’Archiginnasio.
Il curatore: Alessandro Molinari Pradelli, giornalista e scrittore, è uno dei più importanti studiosi di enogastronomia italiani degli ultimi decenni. È autore di quasi un centinaio di pubblicazioni sulla storia della cucina, le tradizioni popolari e la civiltà contadina.
Durante il periodo di apertura della mostra, sono in programma visite guidate gratuite condotte dal curatore alle ore 17 di mercoledì 4 dicembre, venerdì 20 dicembre, mercoledì 8 gennaio, mercoledì 22 gennaio, giovedì 6 febbraio.
ORARI:
Dal 23 Novembre 2019 al 16 Febbraio 2020
lunedì - sabato: 9>19; domenica: 10>14. Domenica 08 dicembre 10>18. giovedì 26 dicembre: 10>18. Mercoledì 1 gennaio 14>18. Lunedì 06 gennaio dalle ore 10>18.
Mercoledì 25 dicembre chiuso.
ingresso libero
Penso che un sogno così non ritorni mai più
1958 – 1982: venticinque anni che hanno rivoluzionato tutti gli aspetti sociali, etici ed economici del nostro Paese, raccontati dalla Musica che ha saputo parlarne il linguaggio, descriverne i fatti, respirarne il clima e restituirne le emozioni.
Dalle braccia spalancate di Domenico Modugno sul palco di Sanremo ‘58 a quelle di Paolo Rossi nella notte di Madrid che nell’82 laureò l’Italia campione del mondo, la mostra procede cronologicamente a toccare ogni aspetto della vita sociale, del costume, della cronaca, del lavoro e dei cambiamenti nelle convinzioni etiche e morali di quegli anni.
Il repertorio iconografico, per la gran parte inedito e proveniente dagli archivi Publifoto di Intesa Sanpaolo, restituisce lo sguardo del fotoreporter di cronaca e la sua grande abilità nel rappresentare le molteplici realtà italiane. A costante contrappunto, 100 opere musicali italiane sono strumento di esplorazione e interpretazione di quel percorso di crescita e trasformazione. Un “passo a due” fra musica e società, in cui gli stili di vita, le mode, le relazioni interpersonali e perfino le stesse istanze sociali sono influenzati l’una dalle altre.
Prodotta da Bibibus Events, la mostra è a cura di Gianpaolo Brusini, Giovanni De Luna, Lucio Salvini, con la partecipazione di Fabri Fibra, Vittorio Nocenzi, Giorgio Olmoti e Omar Pedrini, a garantirne il rigore storico-scientifico e la forte impronta didattico-educativa.
Biglietti
Intero: 12€
Ridotto 10€
Ridotto speciale 8€ (riduzione valida per gli abbonati Card Musei Metropolitani)
L’Imperatore è nudo, ma non per questo manca di eleganza! Nella rivisitazione de I vestiti nuovi dell’imperatore, Steven Guarnaccia aggiunge e nasconde tra le sue illustrazioni dettagli e omaggi ai grandi nomi della moda e un richiamo al fascino dei dandies di altri tempi: calzature maschili di storici marchi inglesi, cappelli portati da crooner indimenticabili e stivali come quelli calzati da Elton John nel corso della sua luccicante carriera.
Il tutto illustrato con il tratto nitido e i disegni dal sapore vintage di Steven Guarnaccia, che porta un tocco di contemporaneità nella fiaba ideata nel 1837 da Hans Christian Andersen.
A cura di Corraini Edizioni, in collaborazione con DE PAZ. La mostra è parte degli eventi per bambini e ragazzi di BBB19 – BilBOlbul. Festival internazionale di fumetto
Inaugurazione e incontro con l’autore sabato 30 novembre ore 18
Orari di apertura:
martedì e mercoledì 10-19; giovedì 10-22; da venerdì a domenica 10-19
Ingresso gratuito
Nella foresta di Martina Tonello è un progetto che unisce la scrittura, l’illustrazione e il legno come elementi di un’unica narrazione. La storia inizia dentro le pagine di un libro, ma continua anche fuori, attraverso una scultura di legno a metà fra l’oggetto d’arte e il giocattolo. Tutto raccolto in una scatola, che contiene una scultura di Poncho, un armadillo giallo e blu, primo della serie di animali fantastici inventati dall’autrice. Ogni pezzo è prodotto artigianalmente e dipinto con colori atossici certificati per giocattoli.
La mostra è parte degli eventi per bambini e ragazzi di BBB19 – BilBOlbul. Festival internazionale di fumetto
Inaugurazione giovedì 28 novembre ore 19
Orari di apertura:
da lunedì a domenica 11-18
Ingresso gratuito
Alberto Breccia è stato maestro del fumetto seriale e di quello autoriale. Ha realizzato graphic novel quando ancora non esistevano. Ha usato la china e la pittura, il collage e il fotoritocco. Ha gettato uno sguardo negli abissi dell’animo umano, sia in quelli psicologici, sia nel loro estremo più infame e collettivo, in quelli delle atrocità dittatoriali, ed è tornato indietro a darne un racconto per immagini, trovando sempre il modo di intrattenere il lettore con grande rispetto per la sua intelligenza. Ha raccontato visivamente un’epoca oscura sapendo mettere insieme tocchi duri e poetici, ha usato metodo nella follia, e viceversa. Alberto Breccia è stato amato da intellettuali italiani come Oreste del Buono, Umberto Eco e Fruttero & Lucentini, che lo hanno considerato fuori dal coro di chi ha fatto del narrare per immagini semplicemente un lavoro.
Mostra a cura di Daniele Brolli, promossa e organizzata da Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, in collaborazione con Comune di Bologna – Istituzione Biblioteche Bologna. Nell’ambito di BBB19 – BilBOlbul. Festival internazionale di fumetto
Inaugurazione sabato 30 novembre ore 12
Orari di apertura:
da lunedì a sabato ore 10-19
domenica 1 dicembre 2019 + domenica 5 gennaio 2020 ore 10-19
CHIUSO DAL 24 DICEMBRE 2019 AL 1° GENNAIO 2020
Ingresso gratuito
«Scrivere una storia dell’Amore vuol dire proporre una riscrittura della Storia. Una storia dell’Amore è una storia delle religioni, una storia dell’arte, una storia delle storie».
Lo scrive Yvan Alagbé nel suo Apocalypse des oiseaux, un tentativo durato otto anni (e ancora in corso) di raccogliere in un unico volume la storia dell’amore. Da questo libro impossibile, che pure è quanto più si avvicina alla sua poetica, prende il titolo la mostra che porta per la prima volta in Italia la sua arte.
Dal realismo spiazzante di Negri gialli e altre creature immaginarie, passando per le provocazioni di Demoniak fino all’impresa di disegnare la storia dell’amore, la mostra è un percorso artistico e politico, intimo e universale, che riscrive i confini del fumetto.
Mostra in collaborazione con Accademia di Belle Arti di Bologna, Libreria Stendhal-Roma, Canicola.
Orari apertura mostra:
lunedì-venerdi h 10-18
sabato h 10-13.30
Venerdì 29 novembre h 10-20
Sabato 30 novembre h 10-18
Domenica 1 dicembre h 10-17
Heimat è la parola tedesca che indica il luogo d’origine, dove ogni persona forma la propria identità e sensibilità. Come i ricordi in cui affonda le radici, l’identità è frammentaria: un insieme di esperienze in mutazione continua.
La mostra è organizzata proprio secondo la logica del frammento: un percorso in cui alle tavole originali di Heimat si affiancano le fotografie, i manoscritti, i cimeli del terzo Reich e i documenti che Krug ha raccolto durante le sue lunghe ricerche. A dimostrazione che gli oggetti, tanto quanto la scrittura e il disegno, portano con sé l’idea del passato e della storia. La mostra rivela sia la genesi di Heimat sia il percorso che ha condotto Krug a riflettere sull’identità nazionale e sull’impronta che la Seconda Guerra Mondiale ha lasciato su generazioni di persone. Dopo BilBOlbul, la mostra Heimat si sposta al Goethe-Institut di Roma.
Mostra promossa da BilBOlbul Festival internazionale di fumetto, Goethe-Institut Roma
In collaborazione con Goethe-Zentrum Bologna, Museo internazionale e biblioteca della musica, Giulio Einaudi Editore, Strane Dizioni
da martedì a domenica h 10-18.30